Ricordi ed emozioni: il compact disc

Ricordi ed emozioni: il compact disc
ARSENALE CREATIVO

In piena era digitale, le opportunità offerte dall’online shopping ci permettono di acquistare qualsiasi cosa in pochi click: auto, telefoni, e, ovviamente, musica. Interi album, complete discografie; in pochi secondi è possibile avere la musica che si vuole nella library di un numero illimitato di dispositivi. Facile… forse troppo?

Quanto era bello poter uscire di casa e andarsi a comprare l’ultimo album dei Pink Floyd o dei Nirvana? Era un momento emozionante, in cui era possibile sentirsi a stretto contatto con la musica e arrivare a toccare con mano qualcosa che avremmo ascoltato negli anni seguenti, forse per tutta la vita. Saremmo invecchiati, avremmo ritrovato quell’album su uno scaffale impolverato, lo avremmo ascoltato ancora una volta, ed ecco riaffiorare ricordi ed emozioni del passato. Un oggetto fisico, sincero, reale, che avremmo potuto conservare per sempre.

Il compact disc nel 1979, in una fabbrica tedesca della Philips. Una vera rivoluzione, che ci fece dimenticare gli ingombranti vinili. I grandi artisti della storia hanno usato questo dispositivo per comunicare al mondo la propria musica, le proprie emozioni e la propria visione della realtà. Quando furono introdotti i primi lettori di musica digitale, agli inizi del 2000, ecco una nuova rivoluzione musicale. Tuttavia, i veri appassionati – i musicisti in particolare – continueranno ad acquistare i compact disc. si tratta più che altro di un rituale, caratterizzato da emozioni, sensazioni, pensieri e ricordi. Possedere il lavoro del proprio cantante preferito, toccare un potenziale pezzo di storia della musica, li fa sentire in contatto con l’artista, con un mondo che per loro non avrà mai fine.

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