Ricordi in una noce

Creato il 02 gennaio 2011 da Bruschidettaglil

Scrivevo stretto stretto, un elenco lungo racchiuso in un foglio piccolo. Ne facevo un quadratino. Poi prendevo i gusci di noci, aperti in modo da non romperli, li volevo metà perfette. Sistemavo il mio quadratino dentro la noce e la sigillavo, lasciata a riposare in un cassetto. Dentro tutto quello che era successo durante l’anno. Cose piccole, date importanti, immagini, ricordi. A volte ben ordinati, un mese dopo l’altro. Altre volte in ordine sparso, così come la memoria li ritrovava tra i pensieri. Un rito. Un po’ come scrivere su un angolo strappato dal quaderno una cosa da buttare e una da tenere e poi far bruciare quei fogli scomposti nel rogo della notte delle streghe, in una Genova che si prepara a cercare i suoi fantasmi mentre celebra il suo patrono San Giovanni Battista.
Per qualche anno il 31 dicembre per me è stato una noce aperta poi chiusa di nuovo. Avevo il mare attorno, forse anche l’aria rende diversi i giorni e i pensieri che questi si portano dietro. C’è stato un momento in cui lo avrei fatto ancora. Pochi giorni fa ero pronta a cercare due gusci perfetti, pronta a dare loro un contenuto alternativo, il mio. Poi ho pensato che non mi servivano contenitori da lasciar dormire in fondo ad un cassetto. Ci sono io che ricordo ogni minuto, che sento gli odori, che vedo ogni faccia, un sorriso, una mano, una parola. Sono il mio guscio.



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