Ricordiamo la prima giornalista sportiva in Italia un anno dopo - E LA RESE SPECIALE

Creato il 21 giugno 2011 da Calcisulcalcio

L'anno scorso moriva Manuela Righini, all'età di 59 anni. Cosa la rese e la rende ancora speciale? E stata la prima giornalista sportiva italiana, inziando la carriera da giovanissima nel settimanale toscano di calcio 'Il brivido sportivo', proseguendo poi al Paese Sera e all'Ansa, dove è stata responsabile della redazione sportiva e redazione interni. Si è sempre impegnata per i diritti dei suoi colleghi, rilevante infatti l'impegno speso a favore nel sindacato e negli organismi di categoria, come l'Inpgi. Prima di entrare al Corriere della Sera, dove era caporedattore centrale, ha lavorato anche nel mondo on line, per Kataweb, Gruppo Epresso.
Un articolo di Alberto Polverosi, tratto dal Corriere dello sport online, racconta con una straordinaria partecipazione emotiva la figura della Righini.
di Daniele Coltrinari
Ero in Sudafrica, un anno fa. Quella mattina da Firenze mi chiamò Alessandro Rialti, per tutti noi Ciccio. Era Ciccio anche per Manuela. Mi disse che lei non c’era più, ma commise un errore sapendo di commetterlo. Lei c’è ancora. Per me, per Ciccio e per tutti quelli che hanno fatto un pezzo di strada insieme alla Righini. I ricordi sono intatti. Lei che in auto si addormenta alla prima curva dopo Calenzano nelle trasferte al Nord, al seguito della Fiorentina, e quando si sveglia, all’arrivo, mai prima che spenga il motore, ha sempre il piacere di protestare: “Oh, ma c’hai messo tanto, vedi di fare più in fretta la prossima volta”. Lei che parla con un giocatore della Fiorentina di quegli anni, siamo nell’‘80, mentre sta cercando di invitarla a cena: chiama a raccolta i colleghi della redazione (allora era a Paese Sera, uno dei giornali più belli mai stampati in questo Paese), lo mette in viva voce e tutti si piegano dalle risate. Nessuna cena, ma quel giocatore non ha ai saputo della beffa ai suoi danni. Lei che affronta a muso duro presidenti e dirigenti. Lei che lascia Firenze inseguita dai miei insulti pieni di egoismo: è qui che devi stare, che c’entra Roma? Roma all’Ansa, Milano al Corriere della Sera, Mondiali, Olimpiadi, Europei prima di rinchiudersi negli uffici centrali di via Solferino. E a proposito d’Europei, quelli dell’‘88, c’ero anch’io a Colonia la notte magica, per lei e per Gianni, in cui nacque il loro amore. Ancora oggi è una storia senza fine. Manuela c’è ancora perchè il senso di questo mestiere ce l’ha insegnato lei, prima di altri. Guccini, quando canta Cyrano, dice: “Spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato”. Manuela, più semplicemente, se ne fregava se qualcuno la detestava. E provava davvero un sottile piacere a spiacere a certa gente. E c’è poi un altro passaggio in quella poesia cantata: “Vi infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio”. Eccola Manuela. E’ questa la sua lezione ed è per questo che è ancora in mezzo a noi.
(Fonte: corrieredellosport.it)

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