Ins. Angela Maria Mauceri
Lo scorso mese di gennaio è venuta a mancare a Menfi l’insegnante Angela Maria Mauceri.
Non una semplice insegnante. Chi ha avuto la fortuna di averla come docente, come il sottoscritto, si è reso conto che ai suoi allievi la signorina Mauceri riservava non le semplici attenzioni di un’insegnante, ma quelle ben più profonde ed importanti di educatrice. Sono stato a scuola da lei in un periodo storico particolarmente critico, forse più di quello odierno: la metà degli anni Settanta. I rigurgiti del ’68, l’antipolitica e la violenza del terrorismo, i conflitti sociali, la crisi energetica agitavano spettri d’inaudita pericolosità. Senza contare i postumi del terremoto: in quel periodo quasi tutti i bambini del Belice avevamo conosciuto i disagi delle baraccopoli, triste eredità del terremoto del ‘68. Eppure non ricordo periodo più sereno della mia vita e più rassicurante che quello delle scuole elementari, che ha radicato in me un profondo rispetto ed ammirazione per l’istituzione scolastica, rispetto che mi è rimasto per tutta la vita. L’aula era una sorta di oasi sicura, incontaminata. Il merito di ciò è stato sicuramente di lei, della signorina Mauceri. Delicata nei tratti e nel comportamento, mai scomposta, serena nell’approccio alla didattica, rispettosa dei bambini che le venivano affidati e pronta a valorizzare le doti e le qualità di ogni scolaro (sì chiamamolo così, il termine non è desueto o antiquato). Senza sbandierare postulati pedagogici o astrusi algoritmi didattici, ma con la naturalezza e la dolcezza di una mamma, ha saputo guidarci in quelli che oggi si chiamano ambiti multidisciplinari senza quasi che ce ne rendessimo conto: facevamo canto e musica, fabbricavano oggetti, festeggiavamo le ricorrenze in classe, facevamo passeggiate per le vie del paese, inscenavamo piccoli teatrini in classe e recite spontanee, portavamo piccole piante che vedevamo crescere nei vasi, senza che tutto questo pesasse sul rendimento scolastico e senza che qualcuno di noi rimanesse o si sentisse emarginato. Io, in particolare, le debbo essere particolarmente grato perché è stato grazie a lei che ho potuto coltivare la mia crescente passione per la lettura, allora assai acerba. Ma lei l’ha indovinato e mi ha spronato. Ricordo ancora oggi l’emozione che mi ha preso quando mi ha dischiuso le porte di un pesante armadio-biblioteca in cui vi erano centinaia di volumi per ragazzi, invitandomi a scegliere quelli che più mi aggradavano e, se ci riuscivo, a leggerli tutti. Quasi una sfida. In nessun altro periodo della mia vita ho letto quanto durante le scuole elementari. E’ stata la Maestra Lina che mi ha insegnato non solo il piacere della lettura, ma anche il rispetto per il libro come oggetto, come strumento di cultura, a custodirlo non solo per noi, ma anche per gli altri che verranno dopo.Quando sento le inutili polemiche che imperversano sulla scuola, ritenuto quasi un “peso” per la società civile, afflitto da mille magagne e da troppo spesso inutili e complicate riforme che non servono a nulla, da conflitti genitori-insegnanti e studenti, da stupide barricate, mi chiedo se tutti costoro hanno veramente capito cosa significa “fare scuola”. Mi chiedo se costoro hanno capito che gli scolari di oggi diventeranno gli uomini di domani e di quanto è preziosa la scuola, specialmente quella elementare, dei più piccoli.
Dovrebbero chiederlo alla maestra Angela Mauceri o alle migliaia di insegnanti che, senza polemiche e senza sbandierare strane ideologie ipocritamente “progressiste”, hanno saputo, giorno dopo giorno, pur nella scarsità di mezzi, educare milioni di ragazzi con il sorriso sulle labbra, con abnegazione, dando loro un sostegno fondamentale, uno spirito forte, e, soprattutto, inculcando idee buone e principi sani, che – state tranquilli - non passano mai di moda. Senza riempire la testa dei bambini con discussioni e chiacchiere inutili o adottando condotte ed attenzioni sbagliate per l’età. I bambini sono bambini, non sono le valvole di sfogo degli egoismi o delle nevrastenie degli adulti. Diceva Einstein, che se vogliamo bambini intelligenti dobbiamo leggere loro le fiabe. E se li vogliamo geniali, dobbiamo leggere loro ancora più fiabe.Oggi, dopo quasi quarant’anni, mi rendo conto di quanto sono stato fortunato. Quando mi recai a fare visita alla maestra Mauceri dopo aver conseguito la laurea, nel darle i confetti ho letto nei suoi occhi l’orgoglio di essere riuscita nella sua missione: “Avevo visto giusto.” Mi disse con arguta semplicità, e poi: “Non ti fermare, vai avanti, hai ancora tanto da fare.” No, non mi sono fermato. Lo devo oltre che a lei, anche a coloro che hanno creduto e credono in me.Quando ho saputo della morte di Angela Mauceri mi trovavo fuori Menfi ad un’importante manifestazione letteraria, dove la Giuria aveva segnalato una mia opera. In cuor mio non ho potuto fare a meno di dedicare quel premio a Lei, per ringraziarLa di tutto quello che aveva fatto per me e per tutti i ragazzi che l’hanno avuta come Insegnante e come Maestra. Adoperiamoci per una scuola migliore ed avremo una società migliore. Forse questa frase non l’ha detta nessuno, ma sono sicuro che la Maestra Lina ci credeva. Fino in fondo.By Michele Barbera