RICORDO DI LITTLE TONY, di Andrea Marcandalli
Little Tony e Andrea Marcandalli
Non avrei mai voluto raccontare quanto segue, soprattutto a seguito di questa brutta notizia che mi ha gelato il sangue, mentre su Sky Tg24 seguivo i risultati delle recenti votazioni.Ieri sera è morto Antonio Ciacci, aveva 72 anni ed era stato il precursore della musica rock in Italia, lui con Adriano Celentano, Clem Sacco e pochi altri.
Little Tony, come molti altri artisti veri e sanguigni, lo seguo da sempre. Il mio primo 45 giri Riderà (anche se io ascoltavo più spesso il lato b Il Mio Amore Con Giulia) lo trovo fra decine di altri dischi sopravvissuti agli anni sessanta dei miei genitori. Il personaggio mi incuriosisce subito, mi ricorda un altro mio grande preferito, ma lui è italiano, è forte e fa il rock 'n' roll all'italiana.
Comincio, un po' per gioco, a raccogliere i suoi dischi nei vari mercatini rionali, fino a completare la sua incredibile discografia, piena di numeri uno e di canzoni storiche che hanno caratterizzato le estati di centinaia di ragazzi e ragazze degli anni sessanta e settanta.
Raccolgo articoli, registro tutti i suoi films e li catalogo in un archivio tutto suo.
Nel tempo la mia passione mi ha portato ad immaginare di poterlo un giorno incontrare.
Lui, perennemente in tour per l’Italia (come dice il suo brano Se Io Fossi Nato In Texas) avanti ed indietro per teatri e discoteche ed ogni tanto in tv per qualche comparsata.
L’occasione mi viene offerta da una amico di Novara, anche più pazzo di me del Maestro. A tavolino si butta giù un programmino con la scusa di un articolo, che poi fu effettivamente scritto dal sottoscritto e pubblicato sulla fanzine del club milanese dedicato ad Elvis Presley con il titolo Una Folle Corsa, come recita un suo famoso brano.
Ebbi modo di incontrare Little Tony ben tre volte e l’ho sempre trovato una persona molto disponibile ed estremamente entusiasta del suo operato, del suo essere contro corrente e ancora sulla cresta dell’onda, sopravvissuto al boom economico che tutto consuma e brucia in un attimo.
La prima volta lo incontrai a Milano, fuori dagli studi della Rai in Corso Sempione, in attesa di partecipare a Quelli che il Calcio di Fazio. Il suo modo di vestirsi eccentrico, di porsi da "boss della mala" mi ha sempre affascinato. Occhialoni scuri, sigaro in bocca e abiti sempre molto ricercati e raffinati: un uomo che nulla lasciava al caso, a cominciare dall'immagine. La seconda volta (da qui la foto di questo articolo) lo incontrai al Teatro Comunale di Vercelli, in occasione di uno spettacolo di beneficenza. Li ci permise di stare dietro alle quinte ad assistere allo show, che non mancai di registrare... un video personale che conservo gelosamente. Fu in quell'occasione che lo intervistammo, nel suo camerino, per quel famoso articolo. Ho ancora l'intervista completa, da essa traspare l'immagine di un uomo molto complesso, un professionista consumato con dei gusti musicali decisi e definiti.
Quella volta venne a trovarlo anche Sebastiano Cecere, allora presidente dell'Elvis Presley Club Of Italy di Torino ed amico di vecchia data.
L’ultima volta che lo vidi dal vivo fu a Zurigo, ad un festival del rock 'n' roll. Conservo ancora la locandina della manifestazione, una manciata di istantanee e tanta amarezza per non averlo incontrato più…
Nella vita, si sa, si percorrono strade diverse e si cerca di raggiungere i propri obiettivi, che non permettono la libertà che si vorrebbe.
Conserverò gelosamente questi ricordi, le foto, i suoi dischi autografati, i suoi sorrisi e la sua stretta di mano forte e sincera, come lo era Lui. Per sempre.
Ciao Tony e grazie per tutta l’ispirazione.
Sincere condoglianze alla famiglia, ad Enrico e Cristiana che ebbi modo di conoscere tanti anni fa. Brave persone modeste e sincere.
[Foto di Andrea Marcandalli]