Una passeggiata tra i vicoli, da piazza del Teatro fino a piazza Duomo, al termine del convegno di «Rifare l’Italia» sulla riforma del sistema giudiziario. Da un lato il ministro Andrea Orlando e la leader della Cgil Susanna Camusso, anche lei ospite del convegno. Dall’altro, il sindaco Massimo Cialente che intrattiene il big di turno elencando le istanze della ricostruzione, dall’incertezza cronica delle risorse, ai guai della gestione del Progetto Case, incluso il recente «no» di Franco Gabrielli, per conto della Protezione civile, all’invito a dare una mano a sbrogliare la matassa. Sulle prime il ministro appare interessato, ma il suo sguardo si perde nel vuoto man mano che scorrono i cantieri dell’asse centrale di corso Vittorio Emanuele. Una volta fermi a piazza San Biagio, Camusso, il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti e il primo cittadino si ritrovano a parlare di ricostruzione, mentre il ministro già guarda il cellulare perché è ora di tornare a Roma. Eppure, a chi gli chiede un’impressione a caldo Orlando risponde che è importante «dare un contributo fattivo alla ricostruzione dell’Aquila e riprendere l’iniziativa affinché anche questa legge di Stabilità consenta di proseguire il lavoro che è stato iniziato». Eppure, sulla legge di stabilità in questione, almeno nella bozza finora circolata, della ricostruzione dell’Aquila non c’è neanche l’ombra e gli unici fondi su cui contare sono la parte restante dei 250 milioni dei mesi scorsi. Ma il ministro lascia intendere che la partita è ancora aperta. La stessa Camusso ritiene ancora lecito sperare. «Qui la ricostruzione ha fatto i conti con i tempi lunghi e gli errori di un lungo periodo nel quale si era deciso di non ricostruire il centro storico». Per la leader della Cgil, «una legge di stabilità senza risorse per L’Aquila aggraverebbe la situazione, anche perché non c’è solo in ballo il destino di un’intera comunità, ma anche tanti posti di lavoro». Già, la vecchia storia del cantiere più grande d’Europa. Comunque, che mettano ancora insieme L’Aquila e la legge di Stabilità è una buona notizia. Il ministro Orlando ne dà anche un’altra: «Sulla Corte d’Appello potete stare tranquilli, non mi fate parlare di più ma potete stare tranquilli».
Roberto Tinari, avvocato ed esponente del centrodestra cittadino, si sente rispondere così alla richiesta di far luce sul rischio che questa Corte venga chiusa, insieme ad altre cinque sull’asse appenninico che va da Perugia a Campobasso. «Nessun ufficio verrà toccato». Ad attendere il ministro anche i precari del ministero della Giustizia, preoccupati dall’assenza di garanzie sull’eventuale stabilizzazione, così come dall’impossibilità di portare a termine le 230 ore. Buone notizie anche per loro. Orlando chiarisce che «nella legge di Stabilità proveremo a dare risposte per il personale amministrativo. Faremo anche sforzi per proseguire l’utilizzo di queste risorse umane che sono precarie da anni. Il prossimo anno sono previste mille assunzioni per il personale delle cancellerie con un impegno di cinquanta milioni. Nel 2016 abbiamo previsto 90 milioni e 120 nel 2017».
Il convegno «La riforma della giustizia per lo sviluppo del paese» ha visto anche la partecipazione di Marcella Panucci (direttore generale di Confindustria), Carlo Peretti (presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila), David Mancini (Giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati Abruzzo), Gabriele Tedeschi (presidente del Consiglio degli Ordini forensi d’Abruzzo), Piero Sandulli (professore di diritto processuale civile all’Università di Teramo), Fabrizio Marinelli (professore di Diritto privato all’Università dell’Aquila) e Giovanni Sabatini (direttore generale dell’Associazione bancaria italiana).
di Fabio Iuliano – fonte il Centro