Caratteristiche
"Riddles in the Dark" è stata scolpita da Gary Hunt della Weta Workshop ed ha lavorato al film di Peter Jackson. La statua pesa quasi un chilogrammo e misura 20 cm di larghezza, 14 di profondità e 18 di altezza. La che lo conserva è illustrata dai concept artist deli film, Alan Lee e John Howe.
[...] Gollum salì in barca e sfrecciò via dall'isolotto, mentre Bilbo sedeva sulla riva, tutto abbattuto per essere giunto ormai alla fine del proprio cammino e delle proprie risorse. Improvvisamente ecco arrivare Gollum, sussurrando e sibilando: " Benedicici e aspergici, tesssoro mio! Mi sssa che quesssta è carne di prima scelta; finalmente un bocconcino prelibato, Gollum! ". E quando disse Gollum inghiottì, con un orribile rumore di gola. Era questa la ragione del suo nome, sebbene egli chiamasse sempre se stesso " mio tesssoro ".
Lo hobbit schizzò quasi fuori dalla pelle quando il sibilo gli giunse alle orecchie, e improvvisamente vide quegli occhi pallidi che sporgevano verso di lui.
" Chi sei? " disse, piantandogli la spada davanti.
" Che cosa sssarà tesssoro mio? " sussurrò Gollum (che si rivolgeva sempre a se stesso, non avendo mai nessun altro con cui parlare). Proprio per scoprire questo era venuto, poiché al momento, in verità, non aveva molta fame, solo curiosità; altrimenti avrebbe prima ghermito e poi sussurrato.
" Sono il signor Bilbo Baggins. Ho perso i nani, ho perso lo stregone e non so dove sono; né m'importa di saperlo, se solo riesco a uscire di qui ".
" Che cosss'ha in mano? " disse Gollum, guardando la spada, che non gli piaceva affatto.
" Una spada, una lama che fu forgiata a Gondolin! ".
" Ssss! " disse Gollum, e si fece educatissimo. " Forse dovremmo sederci qui e chiacchierare un pochino, tesssoro mio. Gli indovinelli gli piacciono, forse gli piacciono, non è vero? ". Era ansioso di mostrarsi amichevole, almeno per il momento e fin tanto che non ne sapesse di più sulla spada e sullo hobbit: se fosse veramente tutto solo, se fosse buono da mangiare, e se lui, Gollum, avesse veramente fame. Gli indovinelli erano la sola cosa che gli fosse venuta in mente. Porli, e talvolta risolverli, era stato l'unico gioco cui avesse mai giocato con altre buffe creature che sedevano nelle loro caverne in un passato lontano lontano, prima che orchi arrivassero, ed egli fosse scacciato dai suoi amici lontano [sic] nelle profondità delle montagne.
" Benissimo " disse Bilbo, che era ansioso di mostrarsi d'accordo, fin tanto che non ne sapesse di più su quella creatura: se fosse tutto solo, se fosse aggressivo o affamato, e se fosse un amico degli orchi.
" Comincia tu " disse, perché non aveva avuto il tempo di pensare ad un indovinello. [...]
da J.R.R. Tolkien, Indovinelli nell'oscuritò, cap. V, in Lo Hobbit, Bompiani, Milano 2004