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RIDE – In piega tra guard rail e cordoli

Da Videogiochi @ZGiochi
di Danilo "feandie" Iaccio

L’annuncio a sorpresa di RIDE, prima proprietà intellettuale di Milestone, fu una felice notizia, perché finalmente il mondo dei motori a due ruote avrebbe avuto un’alternativa ai soliti ma sempre ben voluti giochi su licenza come può essere il titolo dedicato alla MotoGP. Un distaccamento che abbiamo percepito positivamente pensando agli effetti che avrebbe potuto avere sul prodotto finale, ovvero una maggiore libertà creativa che spesso deve essere sacrificata quando si lavora con giochi su licenza, senza contare alla boccata di aria fresca che gli appassionati delle due ruote avrebbero potuto respirare. Aspetti che poi nel gioco testato abbiamo riscontrato quasi del tutto. Insomma, l’infinita passione di Milestone viene profusa nuovamente nella creazione di RIDE, che porta i giocatori a correre con quattro categorie di moto, sfrecciando tra circuiti cittadini e quelli per competizioni. Scopriamo quindi quanto gas ci dà RIDE.

ride-logo

L’APPAGANTE ANIMA MECCANICA DI UNA MOTO

L’aspetto che ci ha colpito maggiormente nelle prime ore di gioco è stato il passaggio che si fa dagli eventi iniziali che contemplano le moto Naked e i circuiti cittadini a quelle sportive dove si ritorna a calcare l’asfalto strisciando il ginocchio sui cordoli degli autodromi. Si passa da posizioni in sella e di guida più alte, più composte con suoni del motore puliti, a quelle delle moto sportive che hanno ovviamente geometrie diverse e richiedono pertanto posizioni di guida più estreme, più scomode, con il motore che urla ogni volta che lo portiamo a limitatore. Questa transizione è chiaramente percepibile, ed è diversa dal passaggio (virtuale) che c’è da una Moto3 a una Moto2 a una MotoGP. Gli elementi sopraccitati amplificano questo passaggio che restituirà agli appassionati e a chi con la moto ama fare delle scampagnate da solo o con gli amici nel weekend, fra tornanti e guard rail, una goduriosa sensazione.

Le voci del menù iniziali danno accesso al World Tour, ovvero la Carriera, la parte più corposa del gioco, che si divide in 8 eventi, il cui primo ingresso verrà presentato da una descrizione della categoria curata e anche molto poetica, davvero apprezzata, al cui interno ci sono un numero variabile di campionati e/o corse singole, che abbracciano quattro categorie: Naked, Supersport, Historical, Superbike, e sfidano il giocatore in un buon numero di tipologie di gara. La classica Gara su 3 giri con 16 piloti in pista, Gara a Squadre in cui fare coppia con un altro pilota e vince il duo che raccoglie più punti; Drag Race, un simpatico confronto di accelerazione su un rettilineo di circa 2 Km, dove a mo’ di torneo diviso in tre tranche, i giocatori sono chiamati solo a pensare al preciso cambio di marcia per sfruttare la massima velocità della moto. Poi ancora c’è il Track Day dove i giocatori sono chiamati a superare un certo numero di piloti che passeggiano in pista come il Marco Melandri degli ultimi tempi, prima dello scadere del tempo e dove ogni sorpasso regala un bonus di 3 secondi; Testa a testa invece ci butta all’inseguimento di un pilota da superare, mantenendo poi la posizione, entro un tempo limite; Prova cronometrata e gare di Endurance chiudono il cerchio e non hanno bisogno di presentazioni. Una varietà davvero buona che chiunque apprezzerà, soprattutto per il tipo di progressione di gioco, che è totalmente libera, a patto di avere soldi con cui comprare una moto ammissibile all’evento, un problema di poco conto visto che i premi delle prime posizioni sono sostanziosi e i costi delle moto accessibili. Questo tipo di progressione ci è venuta incontro soprattutto per un importante bug che colpisce il salvataggio della Carriera in modo abbastanza frequente, costringendo l’utente a dover cancellare per forza i dati. Questa la causa che probabilmente ha costretto Milestone a rinviare il giorno prima dell’uscita il gioco al 10 aprile. Un rinvio in extremis che comunque ha causato fastidi a chi il gioco era già riuscito a comprarlo. Gli sviluppatori sono al lavoro su una patch che uscirà a brevissimo mirata a risolvere questo spinoso problema. Al di là di questo brutto inconveniente, la libertà data nella scelta degli eventi ci è sembrata una giusta decisione. Si potrà spaziare quindi tra una categoria e l’altra, e da un evento all’altro in modo indipendente. A chiudere la rassegna delle modalità di gioco ci sono le competizioni Elite Trophy che si sbloccano solo una volta raggiunta una certa posizione nel ranking mondiale interno al gioco, ogni gara infatti ci darà oltre ai crediti anche punti reputazione che servono appunto a scalare questa classifica. Portare a termine questi eventi permetterà di sbloccare delle moto speciali davvero potenti. Infine ci sono le modalità veloci che sono Gara Veloce, Prova Cronometrata, Gara a schermo condiviso, che per questo genere fa sempre piacere vedere, e la modalità multiplayer su cui spenderemo qualche riga più avanti.

Continuando a parlare di numeri, in RIDE troviamo 14 case costruttrici, le più famose tra cui Ducati, Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki, Bimota, MV Augusta, Triumph, BMW, KTM e altre, spaziando quindi dal Giappone all’Europa, per un totale di oltre 100 moto, con alcune licenze “potenti”, chi ha detto Ducati Panigale 1199 Superleggera in versione racing? I tracciati sono 15 e si dividono equamente tra cittadini e piste, con una, due o tre varianti; una selezione che abbiamo particolarmente apprezzato, perché salvo per qualche tracciato come può essere quello di Miami, della Riviera francese, piuttosto che Imola e Magny-Cours, gli altri sono quasi inediti o rari, come il circuito di SUGO della Yamaha, quello di Almeria in Spagna o di Potrero in Argentina, senza escludere i tracciati cittadini di Milano, Kanto in Giappone o il bellissimo percorso del Parco Nazionale dello Stelvio. Un assortimento ottimamente riuscito. Il numero di contenuti di RIDE non finisce qui, sarà possibile personalizzare sia il proprio pilota oltre che nell’aspetto anche negli accessori quali tuta, guanti e casco, con diversi accessori dedicati a Valentino Rossi, e anche la moto, da elaborare cambiando motore, centralina elettronica, gomme, pinze dei freni, sospensioni, trasmissione e via dicendo, offrendo un buon numero di opzioni. Insomma in RIDE tutta l’esperienza che riguarda il World Tour, gli eventi, le moto, e il centinaio di personalizzazioni, contribuiscono a rendere il pacchetto finale davvero sostanzioso, capace di intrattenere per molte ore. Peccato solo che il passaggio da una corsa a un’altra sia davvero lento nella modalità World Tour. A causa di enormi caricamenti impiegherete 1 minuto per entrare in gara e una volta finita 40 secondi per tornare al menù. Tempi di attesa davvero troppo lunghi che possono essere ingannati leggendo le descrizioni della moto in uso, oppure ammirarla a 360 gradi, con un livello di zoom, per godere dei ben riprodotti particolari della moto o delle modifiche fatte. Però a poco serve, queste lunghe attese si fanno davvero sentire dopo poco e meritano sicuramente un’ottimizzazione.

GLI ASPETTI CHE LASCIANO A DESIDERARE

Il gameplay è quello che lo studio meneghino propone da anni, altamente scalabile, per offrire il tipo di esperienza che meglio si desidera, attraverso la classica serie di impostazioni che vanno a toccare il tipo di fisica, il controllo dei freni indipendente, lo spostamento del pilota sulla moto e quant’altro. Senza dimenticare le cinque visuali tra cui quella casco e i cinque livelli di difficoltà per creare la migliore esperienza possibile in base alle proprie abilità alla guida. All’interno delle corse segnaliamo poi due note, una positiva che riguarda le penalizzazioni, che tiene conto del vantaggio acquistato su un taglio curva in base alla nostra velocità e quanto abbiamo guadagnato, penalizzandoci di conseguenza nell’ordine dei decimi o secondi, o anche per niente. Lo abbiamo trovato un sistema davvero efficace che trova un indicato riscontro anche nelle corse online rispetto ad altre comuni soluzioni. Un aspetto negativo è rappresentato invece da un certo sbilanciamento che si ha in alcuni campionati o gare che vedono tra i partecipanti, uno/due piloti in possesso delle migliori moto della categoria, e qui si crea una spaccatura abbastanza grande con un gruppo di testa composto da un paio di piloti e un secondo gruppo che non vede nemmeno con il binocolo i vostri scarichi. In questo senso, se avete in possesso anche voi una moto all’altezza ve la giocate, ma la bagarre che vi aspetta e solo con un contendente.

Passiamo dunque alla modalità Multiplayer che è quella tenuta a intrattenere i giocatori una volta spolpati i contenuti in singolo. Ospiterà gare sempre da 16 giocatori, basterà creare o entrare in una stanza per partecipare a una gara, con tempi di caricamento accettabili e un netcode abbastanza stabile, con delle latenze in gara che possono dipendere da chi hosta la partita. Purtroppo però ci sono diverse lacune sia dal punto di vista dell’interfaccia che nel numero di opzioni, per esempio non è possibile vedere gli altri giocatori che moto scelgono e con quanti cavalli, oppure nel caso in cui si dispone di una moto appartenente a una determinata categoria si può noleggiarne una, ma solo il modello base, senza possibilità di elaborarlo, costringendoci a mangiare polvere o peggio correre in solitaria sulla pista. Inoltre solo Gara singola e Campionato sono disponibili come eventi, qualche altra tipologia sarebbe stata gradita, basti pensare alle corse di Drag Race che avrebbero messo i piloti a confronto sul cambio di marcia al millesimo. Insomma il comparto multiplayer sembra essere stato buttato lì, e o per mancanza di tempo o perché considerato accessorio non gli è stata data la giusta attenzione.

In termini di resa grafica il lavoro di Milestone non è male, in linea con l’ultimo MotoGP, ma migliore sotto certi aspetti vista anche la complessità di alcuni tracciati, quelli cittadini nella fattispecie. 1080p e un frame rate ancora di 30 fotogrammi (su console) consegnano una discreta pulizia dell’immagine e un fluidità accettabile, ma non quella ricercata e sperata dai racing game; alcuni circuiti risaltano in maniera maggiore degli altri e su cui si vede sono stati dedicati maggiore attenzione e cura. Kanto, il Passo dello Stelvio, la Riviera francese, il Galles del Nord rappresentano la massima espressione del motore grafico fino a questo momento. Ci sono tuttavia diverse imperfezioni un po’ ovunque dalle texture alla mole poligonale degli elementi di alcuni circuiti, al pop up. Ben fatti invece i modelli poligonali delle moto, ricche di dettagli che è possibile ricercare nello showroom oppure come già detto durante i caricamenti, anche se su alcune si notato delle texture poco definite. Dal punto di vista animazioni ci aspettavamo di più, sia nel numero che nella fluidità, a volte poi partono con un piccolo ritardo che crea uno brutto effetto da vedere e rovinano il senso di guida. Deludente invece il sistema di collisioni, con le moto e con il bordo pista. Specie nei circuiti cittadini capiterà spesso di essere alla massima piega ma fuori traiettoria, toccando con il gomme quello che può essere il guard rail piuttosto che la roccia, e la moto ci si appoggerà sopra come se niente fosse. Ci sono tante altre piccole sbavature, non nuove ai titoli del team meneghino, che minano il valore del gioco. Colonna sonora composta da poche tracce orecchiabili mentre per quanto riguarda il suono dei motori il lavoro svolto è notevole, sentire per credere, che sia da cuffia o dalle casse della TV si riesce ad apprezzare molto.

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