E quando ci penso la domanda che le faccio è sempre questa:
ma cosa credi sia la vita? Cosa vorresti da lei bambina astronauta?
Ali di petali di tulle indaco vorrei
mani e sorriso per carezzare le lacrime di chi ingiustamente piange
vorrei essere io quella Lei a cui L’etere insaziabile scrive lettere mentre la notte gli si rovescia liscia addosso
eliminare il palcoscenico dal mondo coi suoi attori e le loro maschere e costumi
città senza catrame
aria che non puzzi d’avidità umana.
La bambina astronauta è sempre accovacciata nell’angolo
con le braccia strette alle ginocchia
e quel casco troppo grande che è diventato il suo rifugio
e allora vado a prenderla per mano
le dico che in fin dei conti ci sarà sempre chi reciterà una miserabile parte ma non importa
perché c’è e ci sarà sempre anche chi lotterà per inseguire i propri piccoli giganteschi irreali sogni
che sa che si farà tanto male per realizzarli ma pure questo non importa
Lui si darà forte contro ogni raggiro
e con un gancio finale ogni inganno crollerà a terra esanime
come in un incontro di pugilato
perché chi vince duro
vince solo per KO.
E la bambina astronauta ride ed io con lei.
L.L.