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Ridley Scott abbandona gli Xenomorfi per una nuova specie

Creato il 28 novembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Ridley Scott nonostante l’età è sempre più impegnato: sta terminando la lavorazione al film biblico Exodus: Dei e Re, è al lavoro sulla preproduzione di The Martian e, tra una cosa e l’altra, continua a rilasciare dichiarazioni sul sequel di Prometheus.

Il regista britannico ha dichiarato che la pellicola non avrebbe visto la presenza degli ormai iconici Xenomorfi.

“La bestia è andata. E’ cotta. Sono stato molto fortunato a incontrare Giger anni fa ed è difficile ripetere qualcosa del genere. Tutti ritenevano che si trattasse di un’oscenità, ma lui è sempre stato quello che ha forzato nella direzione giusta. Nessuno voleva fare il film, ma io dissi “E’ fantastico, lo voglio dirigere io”. Ma dopo quattro lungometraggi (Scott evita di citare gli Alien Vs Predator) è ora di cambiare abito. Bisogna esplorare altro, altri lati degni d’interesse. E penso che siamo riusciti a trovare qualcosa da raccontare. Gli Ingegneri sono stati un buon inizio. Probabilmente vi ritroverete a seguire Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) e l’androide senza testa David (Michael Fassbender). Scoprirete come si rimetterà la testa a posto!” (Ridley Scott)

Già nel finale di Prometheus abbiamo visto diverse creature mai viste prime. Compare un mostro tentacolare (detto Trilobite) cresciuto a dismisura e che attacca l’Ingegnere, salvando, di fatto, la protagonista. Poco dopo comparirà uno xenomorfo (il cosiddetto Diacono) che esce dal petto dell’Ingegnere attaccato in precedenza dal Trilobite. A differenza degli xenomorfi degli altri film, questo ha già le dimensioni di un adulto ma un aspetto più primordiale. La nascita della nota creatura lascia intendere che col tempo raggiungerebbe lo stadio di Regina, e successivamente depositerebbe le uova trovate dai protagonisti del primo film sul pianeta Thedus.

Che siano queste le creature a cui si riferisce Scott? Bisogna ancora aspettare per scoprirlo

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L’Ingegnere che soccombe al Trilobite

Andrea Bianciardi


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