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Riduzione del rumore nella fotocamera: conviene usarla?

Da Ragdoll @FotoComeFare

Presto, nella vita di chi pratica fotografia digitale, capita di scattare qualche foto ad alti ISO. Oppure, chi ama la fotografia notturna si trova presto a creare qualche lunga esposizione.

In entrambi i casi, ti trovi davanti allo stesso, temibile problema: il rumore (o disturbo).

Allora, prova ad avventurarti nei menù della tua fotocamera reflex (non so se valga per mirrorless e compatte) e troverai due interessanti funzionalità di riduzione del rumore “in camera”. Si chiamano (il nome potrebbe cambiare a seconda del  modello di fotocamera):

  • riduzione rumore ad alti ISO,
  • riduzione rumore lunghe esposizioni.

Sembrano la soluzione definitiva, vero?

Non è proprio così. In questo tutorial sulla fotografia digitale, voglio spiegarti quando e perché conviene usare la riduzione del rumore incorporata nella fotocamera.

Riduzione del rumore ad alti ISO

Tratto prima il caso più semplice. La riduzione del rumore ad alti ISO cerca di rimuovere il rumore di crominanza e di luminanza, visibili quando usi valori di ISO elevati. Si tratta dello stesso tipo di riduzione che puoi fare usando un programma di post-produzione, come Lightroom o Photoshop.

Allora, perché perdere tempo in post-produzione quando può fare tutto la fotocamera?

Forse già immagini la risposta. Ci sono due motivi per cui la riduzione in camera non è conveniente.

Primo, come accade sempre in fotografia digitale, il software della fotocamera è decisamente meno potente di quello che puoi installare sul tuo computer. Inoltre, esso non permette di fare una sintonia fine della riduzione del rumore (ad esempio applicando una maschera o riducendo il rumore solo localmente).

Ciò vuol dire che la qualità dell’immagine sarà decisamente migliore se rimuovi il rumore usando Lightroom o Photoshop, ad esempio, invece che la riduzione del rumore ad alti ISO della fotocamera.

Secondo, questo tipo di riduzione del rumore si applica solamente ai JPEG. Se scatti in RAW, come al solito l’anteprima sulla fotocamera avrà le elaborazioni applicate, tra cui la riduzione del rumore. Ma quando aprirai il RAW sul tuo computer, il rumore sarà nuovamente visibile.

Infatti, quando scatti in RAW la fotocamera memorizza le impostazioni di riduzione del rumore nei metadati. Alcuni di questi metadati sono leggibili solamente dai programmi di post-produzione ufficiali delle varie case produttrici. Tra questi ci sono proprio i dati sulla riduzione del rumore.

Quindi, a meno che tu non usi solamente i software proprietari, se scatti in RAW non potrai vedere gli effetti della riduzione del rumore “automatica”. E, solitamente, non ti conviene usare questi software.

Riduzione rumore lunghe esposizioni

Una lunga esposizione è uno scatto con un tempo di posa che dura alcuni secondi o più. La soglia minima di secondi dipende dal modello di fotocamera.

Più lunghe sono le esposizioni maggiore è il rumore. Il rumore più visibile per noi è quello tipico degli alti ISO, che si presenta anche con esposizioni molto lunghe. Esistono però altri due fenomeni “rumorosi” che si presentano in caso di lunghe esposizioni: hot pixel e amp glow.

Gli hot pixel si presentano come dei puntini luminosi colorati, visibili quando il sensore si scalda. Più lunga è l’esposizione, più il sensore si scalda. Qui sotto puoi vedere un esempio.

L’amp glow è un bagliore chiaro visibile agli angoli dell’inquadratura quando il sensore si scalda. Un esempio qui sotto.

Questi due problemi hanno una caratteristica che rende facile la loro rimozione. Se consideri due foto scattate con stessa ISO, stesso tempo di posa e a temperatura simile, hot pixel e amp glow si presenteranno in entrambe nelle stesse posizioni.

Questo fatto è sfruttato dalla riduzione rumore lunghe esposizioni. Se la attivi, dopo aver scattato la foto la fotocamera fa un altro scatto chiamato “dark frame”. Si tratta di un’immagine nera, con gli stessi valori di ISO e tempo di posa che avevi impostato per la tua lunga esposizione.

Questo dark frame conterrà solamente gli hot pixel e l’amp glow e questi saranno esattamente nella stessa posizione rispetto alla foto appena scattata. Il software a questo punto farà una semplice “sottrazione” e rimuoverà hot pixel e amp glow dalla foto.

Questa procedura non altera la qualità della foto, ma non agisce sul rumore tipico degli alti ISO, quello per noi più fastidioso. In ogni caso è molto utile perché ti risparmia un lavoro certosino con il timbro clone per rimuovere manualmente gli hot pixel.

A differenza del precedente metodo di riduzione del rumore, questo influisce sia su RAW che su JPEG.

Quando la riduzione rumore per lunghe esposizioni non conviene

Affinché questo secondo metodo di riduzione del rumore funzioni, è necessario che il dark frame sia creato subito dopo la foto. Perciò, quando lo usi ti ritrovi a dover duplicare il tempo necessario per ogni doppia esposizione.

Infatti, ad esempio, se fai un’esposizione da quattro minuti, appena finito di scattare la foto la fotocamera inizierà la creazione del dark frame. Questo deve avere lo stesso tempo di posa della foto. Perciò, la fotocamera rimarrà inutilizzabile per altri 4 minuti, nell’esempio.

Questo raddoppio del tempo rende la riduzione del rumore lunghe esposizioni da evitare in diversi casi:

  • se devi risparmiare batteria (perché il suo consumo aumenta di molto),
  • se hai poco tempo a disposizione e vuoi sfruttarlo tutto per fotografare,
  • se vuoi creare star trail,  perchè in questo caso devi fare molti scatti in sequenza e le pause per creare i dark frame porterebbero interruzioni nelle scie delle stelle.

Come accennavo sopra, per fortuna gli hot pixel si possono rimuovere facilmente a mano. Anche la rimozione dell’amp glow è possibile grazie ad appositi software. Quindi, anche nelle occasioni in cui ti conviene evitare questo tipo di riduzione del rumore, potrai comunque avere foto prive di questi due difetti.

Conclusioni: come imposto la mia fotocamera?

Entrambi i tipi di riduzione del rumore che ti ho spiegato possono essere utili. Ma, come hai visto, ci sono occasioni in cui non influiscono sulle foto o non conviene proprio usarli.

Riassumendo, posso darti consigli diversi in base al formato in cui scatti le tue foto.

Se scatti in RAW, disinteressati della riduzione rumore alti ISO. Attiva invece la correzione rumore lunghe esposizioni solo se non ti trovi in uno dei casi da evitare che ho elencato sopra.

Se scatti in JPEG, sperimenta le impostazioni disponibili di riduzione rumore alti ISO, valutando la perdita di qualità nelle foto. Ricordati di confrontarla con ciò che puoi fare in un buon programma di post-produzione. Per la riduzione rumore lunghe esposizioni, vale lo stesso consiglio del caso in cui scatti in RAW.


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