Sono circa 4 milioni le donne che in Italia che devono conciliare la maternità e la famiglia con il lavoro senza rinunciare ne all’uno, ne all’altro. Questa è una sfida che molte donne non riescono a superare: infatti circa il 40% delle mamme rinunciano a tornare al lavoro e abbandonare il proprio bimbo e lasciano il lavoro per diverse motivazioni.
Ma per donne che lavorano, soprattutto in questo periodo di crisi economica, il rientro al lavoro dopo la maternità’ e il distacco dal neonato si presenta sempre prima: solitamente a 5 mesi dal parto, ma le lavoratrici autonome in molti casi devono rientrare anche prima, usufruiscono invece di un periodo del congedo facoltativo le dipendenti e tutte coloro che possono permettersi di un periodo sicuramente poco retribuito.
Si infonde, quindi sempre prima, nella donna la paura e il rimorso del prossimo distacco dal figlio che la portano a lasciare l’ ambito lavorativo: la paura di perdere gesti e parole del neonato, l’ansia di doverlo lasciare a nonni o baby sitter non qualificati come lei, la paura della sofferenza del bambino nel distacco della madre.
Ma e’ possibile far coincidere i due aspetti di mamma e lavoratrice senza cadere in paure infondate e tenere la mente concentrata quando si e’ al lavoro e libera da pensieri la sera, quando si torna a casa? Direi sicuramente di, vediamo come.
La serenità’ di non pensare al piccolo quando si e’ al lavoro non la si può certo conquistare dopo una settimana al rientro, è normalissimo, potrete ottenerla solo dopo diverse settimane, quando avrete riconquistato la fiducia in voi stesse che al momento vi manca. Vi accorgerete che il bambino non soffre la vostra mancanza e che il vostro legame si rafforzerà’ ancora di più ogni giorno che passa.
L’ importante e’ che nel momento del bisogno, per esempio quando il bambino ha la febbre o non si sente bene, e’ indiscutibilmente necessario che il bambino abbia la madre al suo fianco, questo gli confermerà la sua figura materna e, alla madre, avere una certa elasticità e comprensione dal datore di lavoro, la solleverà e non si sentirà affogata dal suo lavoro.
Ma qual’ e’ dunque il periodo migliore per tornare al lavoro??
La scelta va presa in relazione alla stabilità psicologica della donna: quando si sente tranquilla di poter affrontare il rientro senza preoccupazioni o ansie inutili e la madre è tranquilla nel lasciare alle cure di altri il suo bambino.
Nel caso in cui si decidesse di far frequentare al bambino il nido il momento ideale sarebbe dopo l’ anno di età quando già inizia a camminare e dire qualche parola, ha quindi iniziato a relazionarsi con il mondo che lo circonda. Può cosi compensare la mancanza della mamma nel gioco e nella’ esplorazione di questo nuovo mondo che lo coinvolge e lo rende partecipe.
Se invece per necessita’ economiche non si può aspettare l’anno di eta allora la miglior soluzione e riprendere il lavoro verso i cinque o sei mesi del bambino precedendo quindi il periodo compreso tra i sette e nove mesi nel quale il bambino e più ostile alla conoscenza degli estranei e al distacco della mamma.
Qualunque sia la scelta il distacco deve comunque essere graduale: iniziate con un part-time o usufruendo dell’ orario ridotto fino all’anno di eta’ per vivere in modo sereno e piacevole il distacco come una crescita di entrambi.
Molte mamme tendono invece a voler rientrare quanto prima al lavoro: necessitano di ritornare alla vita quotidiana perché’ si sentono oppresse e isolate nel ruolo di mamma, perché tutto il giorno con il bambino a casa si annoiano. Cercate di capire bene la scelta che state facendo,non cadete in false tentazioni per non rischiare poi di mangiarvi le mani per il tempo che non avete potuto passare con i vostri figli, infondo quei momenti non li rivivrete una seconda volta!
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