Dopo questa, basta! (forse)… lo ammetto la terza degustazione di Riesling in dieci giorni fa sospettare che io abbia una certa predilezione per questo vitigno, ebbene chiamatela sete di conoscenza o forse fascino per l’eleganza e la capacità di esprimersi in maniera sempre ammaliante a distanza di molti anni, fatto sta che non potevo farmi sfuggire questa occasione di assaggio, confronto e condivisione, venuta dall’abile mano organizzativa di Edoardo “Duccio” Armenio, a tirare le fila della brigata dell’Atletico Bevitores, ricco gruppo di appassionati che si tuffano sulle degustazioni di vecchie annate come i piccioni sulle briciole di pane.
Ma dalle parole del grande Duccio si impara sempre qualcosa di utile, come il fatto che i vini tedeschi, in passato avessero assunto una fama e un relativo prezzo di mercato, superiore ai vini di Bordeaux, e si trattava già allora di vini tradizionalmente dolci, ma il fatto di provenire da climi freddi gli donava in dote una grande acidità, creando un’alchimia dall’innegabile appeal.
Proprio i climi freddi del continente indussero i legislatori a scegliere la via della classificazione dei vini a partire dai mosti, in base al loro contenuto zuccherino, sinonimo di grado alcolico potenziale, laddove la sfida più grande sta proprio nel raggiungimento della maturità delle uve e nella concentrazione di sostanza.
Ma veniamo agli appunti di degustazione, piccole impressioni personali che non possono che fungere da spunto di riflessione, o scintilla che innesca la curiosità in chi questi vini li rifugge o non li frequenta con dimestichezza.
2. Brauneberg Juffer Sonnenuhr Riesling Auslese 2000 Max Ferdinand Von Richter. Primo esempio di produttore affermatissimo e storico, ma fuori dal VdP. Solo 8% vol per questo liquido di oro ambrato screziato di arancio, che ammalia il naso con note di cotogne, nespole , zafferano, crema, te alla pesca, e sbuffi eterei di smalto e gomma. E’ fresco, dolce e morbido, con bel finale di albicocca confit e arancia, e una sottile tensione minerale tra il metallico e la roccia vulcanica. 87
3. Abtsberg Maximin Grunhaus Spatlese 2004 Von Schubert. Medesima gradazione del precedente e colore poco più giovane e chiaro. Gioca di delicatezze al naso, con cenni di gomma, erbe aromatiche, e agrumi dolci. All’ingresso in bocca l’acidità lo fa apparire quasi petillant, ma si distende subito con eleganza offrendo una decisa spinta agrumata di mandarino cinese e limone, che ripulisce dallo zucchero, ben integrato in un vino che è tutto precisione e purezza di frutto, togliendo forse qualcosa alla profondità, ma è anche uno dei campioni p giovani in degustazione. 89+
5. Neumagener Dhroner Hofberger Auslese 1989 E.B. Lauer. Stesso problema di cui sopra, persino più accentuato con notte nette di TCA. Ma trovando l’audacia di assaggiarlo si va a scoprire un’acidità ancora indomita, e una mineralità di metallo scaldato, che sposa il frutto agrumato. Avrebbe avuto probabilmente buone carte da giocarsi a bottiglia sana. SV
6. Neumagener Laudamsberg Riesling Auslese 1989 E.B. Lauer (9.5% vol). Vendemmia di acini botritizzati su un vigneto con predicato, ma non tra quelli ritenuti migliori, e la classificazione dimostra in questo caso di essere azzeccata. Bel colore di oro vivace, ma naso problematico, con note di muschio secco, naftalina e cedro. Al palato scorre molto semplice, conbeva ma senza guizzi, monocorde e persino con l’alcol appena evidente. Deludente. 78.
8. Haardter Burgergarten Riesling Spatlese1998 Muller-Catoir. Dopo una serie di vini della Mosella ci spostiamo nel Pflaz, con una sorta di Monopole in mano a Muller-Catoir. In questa zona è meno netta l’influenza delle acque fluviali, e più ridotti sono anche gli apporti di botrite. Nel calice gira consistente tra bagliori di ambra giovane, aprendo un ventaglio di profumi di frutta macerata, albicocca e pesca in confettura, con refoli freschi di menta e pompelmo maturo. Al palato da l’impressione di essere “più vino” (10% vol.), teso e asciutto nel finale, col residuo zuccherino contenuto e poi annientato da un mordente acido saldissimo, che vira sull’agrume e regala un lungo finale tra propoli ed erbe aromatiche, in un crescendo di sapidità. Di carattere. 90+.
9. Erdner Praalat Auslese 1998 Dr. Loosen. il suo colore giallo pieno ricorda la luce calda dell’estate, e porta con se il profumo fresco di camomille in fiore, di miele di tiglio, mais, cotognata e caramella d’orzo. Bevuta che è un fine ricamo, tra la sottile vena di sale dolce e un’acidità citrina, ammorbidita da un dolce residuo, in un continuo di evoluzione nel calice, che sprigiona note di pane, zafferano e smalto. Sublime quando si dispiega nella sua completezza. Solo 7% di alcol, una vera delizia. 91+
11. Erdener Treppchen Riesling Spatlese 1986 Rehinold Oster. Vigneto tra i più rinomati della Mittelmosel, ma qui gli anni si fanno sentire l’evoluzione trova qualche cedimento, con note quasi invadenti di fungo porcino, poi propoli, gomma e note medicinali. Quasi incoerente al palato, dove mostra una sostanza esile, ma rimane poco espressivo, e leggermente astringente, a causa probabilmente di una evoluzione non felice (alcuni tappi di stasera mostravano evidenti i segni dell’età). 84
12. Urziger Wurzgarten Riesling Auslese 1976 Benedict Loosen. Credo sia la quarta volta che assaggio questo vino nel giro di un anno, e questa è forse la sua espressione più viva e folgorante (ma andò similmente anche al primo incontro). Ha un bagaglio olfattivo che meriterebbe di prendersi almeno un quarto d’ora di tempo per goderne la completezza, e per i malati dei riconoscimenti per appuntare una serie infinita di connessioni mentali. Tra queste una miriade di foglie secche di erbe aromatiche, il basilico fresco, note di medicinale e di menta, poi fiori di rosa canina e zenzero grattugiato. Al palato ha una consistenza quasi cremosa, glicerico e zuccherino, ma questa parte è ripulita ed equilibrata da una lama acida ancora ben affilata. Nel finale di gusto lascia amaretto, zenzero, spezie, erbe e un elegante fondo minerale di roccia lavica. Semplicemente grande, e non so è necessario far notare che questa bottiglia ha quasi 40 anni. 95+
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