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RIFF, decima edizione: “Fantasmi – Italian Ghost Stories” di AA. VV.

Creato il 23 marzo 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Esperimento indipendente sulla struttura del film a episodi, Fantasmi – Italian Ghost Stories,  presentato al RIFF 2011 in combinata con la premiere di Ubaldo Terzani Horror Show di Gabriele Albanesi, che è anche produttore e soggettista di uno degli episodi, rappresenta l’esordio alla regia di sei giovani indipendenti, supportati dall’Università degli Studi Tor Vergata di Roma.

E’ un film difficile da inquadrare Fantasmi, perché sfuggente, ectoplasmatico, molto discutibile, in alcuni degli episodi, convincente e riuscito, invece, per altri versi, ma è il prezzo da pagare per la scelta di realizzare cinque storie differenti, che trattano il tema dello spiritismo in maniera assai diversa.

L’amalgama finale risulta, infatti, scollata e discontinua, sia a livello di concretezza del singolo episodio, che per quanto riguarda la congruenza nell’accostamento tra storie ben strutturate e altre solo abbozzate o malamente rifinite.

Se l’idea di affrontare la tematica delle apparizioni spiritiche in cinque differenti interpretazioni più o meno personali, poteva sembrare convincente, in realtà, una volta concretizzata, traballa, a causa di alcuni episodi poco riusciti. Il primo problema è proprio la breve durata, imposta dalla scelta di realizzare un film con questa struttura: le storie avrebbero avuto bisogno di una maggiore lunghezza per acquistare in brillantezza e complessità, mentre così appaiono sbiadite e monche.

È il caso, ad esempio, degli episodi 17 novembre, di Tommaso Agnese, e di Offline di Andrea Gagliardi: se il primo affronta la tematica del passaggio di testimone da un padre omicida, da poco defunto, al suo unico figlio, l’altro affronta in chiave post-moderna la possessione spiritica nelle chat giovanili, che innesta un giro di suicidi (questo è il capitolo ideato da Albanesi). Entrambi i capitoli avrebbero acquistato credibilità e concretezza solo puntando su una differente durata, perché così come sono restano un po’ sospesi, pur contando su una regia pulita.

Discorso a parte per Fiaba di un mostro, di Stefano Prolli, e La medium, di Roberto Palma. Il primo è decisamente il meno appropriato dell’antologia: decisamente fuori tema e di certo fuori dal genere, la storia è di quelle strappalacrime; racconta la breve vita di un ragazzino escluso da i coetanei e malvisto dai loro genitori, perché malato di cuore e profondamente deciso a non parlare. Malelingue popolari lo definiscono (chissà perché?) “il figlio del diavolo”, e lo conducono all’omicidio, prima, e alla morte, poi. Il capitolo è decisamente il meno riuscito dei cinque.

Per quanto riguarda La medium, invece, siamo di fronte ad un cortometraggio in potenza buono, ma non del tutto centrato. Probabilmente il più accattivante a livello di immagini, tutto incentrato sulla protagonista Anna Maria Teresa Ricci, che da sola riesce a creare il senso di squallore umano che aleggia attorno alla figura della falsa spiritista. È anche in questo caso la sceneggiatura a peccare di immaturità e la cosa è ben visibile in un finale decisamente immotivato.

Conclude il film l’episodio migliore, l’unico firmato da due registi, Omar Protani e Marco Farina: Urla sulla collina. La storia è volutamente frivola, e fa eco a film come So cosa hai fatto (Jim Gillespie, 1997): tre ragazze viaggiano in auto su strade totalmente buie, quanto investono qualcosa. Impaurite dalla possibilità di aver ucciso un passante, le giovani decidono di non fermarsi e di continuare sino al motel. È qui che si manifesterà lo spirito, piuttosto inquieto, del poveruomo investivo per strada.

Lo svolgimento successivo sa un po’ di slasher, e viene supportato dalla trovata della videocamera in scena, vedi Rec o Paranormal Activity, che in realtà inizia a stancare.

In definitiva Fantasmi è un progetto non del tutto apprezzabile, deludente, se si riflette sul suo potenziale, ma rappresenta, comunque, un importante esempio di impegno, quello del produttore Albanesi, che si dimostra seriamente intenzionato a farsi strada nel cinema di genere, anche producendo horror di altri registi. Speriamo sia un evento che si ripeta.

Luca Ruocco


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