Alessio (Giuseppe Soleri), giovane filmaker con la predilezione per il genere horror, è uno dei tanti registi in erba che lotta quotidianamente con produttori sempre meno interessati alla qualità del film da realizzare. Dopo l’ennesimo rifiuto di un soggetto da parte dell’ennesimo finanziatore, Alessio si vede traghettato da Roma a Torino, per incontrare l’indiscusso re autoctono del romanzo horror: Ubaldo Terzani (Paolo Sassanelli).Quello che il produttore rimprovera, infatti, al regista è che la sua smodata passione per lo splatter non potrà mai portarlo a confezionare un film perfettamente commercializzabile (in realtà mettendolo nelle mani di Terzani è come se il produttore lo avesse raccomandato al diavolo in persona, ma passiamoci sopra, è poco importante).
Alessio si fionda in libreria per cominciare ad istruirsi riguardo i romanzi del Terzani, che non ha mai avuto modo di leggere, ed è nello stesso istante in cui inizia a immergersi nelle parole che compongono i romanzi efferati, ma esageratamente realistici, di Ubaldo Terzani, che il giovane regista intraprenderà un viaggio sospeso fra realtà e sogno, dove ogni sua percezione potrebbe essere stata falsata dall’ammaliante male che sfugge dalle pagine dei libri, per offuscargli la mente, prima ossessionandolo con incubi notturni, poi facendolo scivolare in un turbine di incomprensibile sgomento e incredula curiosità. Quando arriverà il momento di conoscere dal vero lo scrittore, Alessio non potrà resistere alla sua malia, e inizierà, involontariamente e del tutto inconsciamente, ad allontanarsi dalla sua realtà e da tutte le sue sicurezze (la sua ragazza, Sara, interpretata da Laura Gigante, e i consigli-ordini del suo produttore).
Ubaldo Terzani Horror Show è il secondo lungometraggio ufficiale di Gabriele Albanesi, regista che, dopo una serie di cortometraggi e la militanza nelle fila della critica cinematografica, balzò nel mondo “di sopra” della cinematografia di genere con Il bosco fuori (2006). Se questo titolo, però, poteva apparire come un sentito omaggio al cinema slasher, forse fine a sé stesso, Ubaldo Terzani Horror Show è la prova tangibile che il giovane Albanesi abbia tanto da dire (e da dare) nel campo del cinema horror che, finora, ha mostrato di prediligere e di saper domare.
Non che in Ubaldo Terzani manchi quello spirito citazionista che era alla base del film precedente e che, comunque, da sempre è linfa vitale della cinematografia di genere horror, ma in questa seconda esperienza il regista riesce a scatenare i suoi affettuosi rimandi in maniera più forbita e costruttiva, riuscendo a racchiudere all’interno di un lungometraggio, comunque molto personale, una serie di realtà care a lui, e ai tanti cinefili che con lui condividono la passione per il genere.
Se da una parte la storia prende spunto da esperienze realmente vissute dal regista e dal suo rapportarsi con il mondo della produzione (Soleri, quindi, rappresenta una sorta di alter-ego di Albanesi), dall’altra non può non ricordare il ‘carpenteriano’ Il seme della follia (1994), il cui titolo originale, In the mouth of madness, ritornava nel titolo di lavorazione del film di Albanesi, Nelle fauci di Ubaldo Terzani, con cui il film condivide proprio quel suo ricamare sul potere della pagina scritta nella vita reale.
Ancora nel titolo ritroviamo l’omaggio al quasi omonimo Ubaldo Terzano, operatore e direttore della fotografia, che appartiene alla storia del nostro cinema di genere per aver lavorato in film come La maschera del demonio (Mario Bava, 1960) e Profondo Rosso (Dario Argento, 1970).
D’uopo anche una serie di camei, da quelli del regista stesso, alla presenza del “collega” Luigi Pastore, regista del lungometraggio indipendente Come una crisalide (2010), e le copertine delle opere di Terzani, firmate Gargoyle Books, ma continui rimandi ritornano anche sulle t-shirt del giovane Alessio, che segnalano festival indie dedicati (Pesarhorror Film Festival, Joe D’Amato Horror Festival), case di distribuzione e registi cult.
Ubaldo Terzani Horror Show è una prova di discreta maturità: là dove Il bosco fuori lasciava trasparire un incontrollato trasporto verso lo splatter, ‘Terzani’ convince per l’uso equilibrato di atmosfere da thriller psicologico e momenti gore concentrati nelle sequenze oniriche e nel finale (gli effetti sono ancora una volta curati da Sergio Stivaletti).
Albanesi dimostra di aver sviluppato una competenza registica che supera quella di sceneggiatore (è lui a firmare anche lo script del film): se il film risulta ben orchestrato dal punto di vista tecnico, il plot non è ancora del tutto solido, ma si tratta di piccole ingenuità e, nota davvero dolente, il finale sa di sbrigativo e, contrariamente al resto, non regala sorprese.
Ottima la prova attoriale di Paolo Sassanelli che riesce a dare a Terzani il giusto senso d’ambiguità, facendolo apparire ora gentile ora mefistofelico, padre protettivo o efferato omicida, galante corteggiatore e subdolo profittatore ma, soprattutto, magnetico ipnotizzatore.
Sopra la media anche Soleri, credibile nella parte dell’appassionato ma imbranato giovane regista.
Dopo questa prima presentazione al RIFF 2011, si prospetta l’uscita in DVD e BluRay del secondo film di quello che potrebbe realmente rivelarsi come uno dei futuri autori del nostro cinema di genere, anche per lo stesso horror made in Italy, che, di tanto in tanto, riesce ancora a far ben sperare.
Luca Ruocco