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La poesia è stata anche quest'anno ilterreno d'incontro fra due storie, due lingue, due culture.Dall'Irlanda è venuto Harry Clifton, poetasevero, a tratti ironico, a tratti lirico, molto complesso, dunque, da tradurre.Rendere i cambiamenti di tono, di voce e le sterzate di senso e registro è stato un lavoro lungo eaffascinante per me.Le poesie scelte erano motivate dall'avervissuto e lavorato per tre anni in Italia nel periodo in cui andava finendo la“Guerra Fredda” tra le due superpotenze di allora. Un mondo nuovo si profilavae filtra dai testi come acqua di sorgente. In essa Harry simboleggia laantichissima linfa culturale e le radici comuni che forano la crostamillenaria d'Europa. Per lui l'amore è la forza che può salvare dalla solitudinedelle città e l'uomo ha ancora la possibilità di sentire la mistica comunionecon la natura e gli esseri viventi. Esprime il bivio del matrimonio, viaggioavventuroso o binario morto e lo stupore davanti alle nostre cinte murarieancora in piedi e parte del quotidiano.I reading svoltisi nei tre istitutisuperiori, “Capitini”e Liceo Scientifico “Galilei” di Perugia e ITC di Magione, hanno messoin luce una inaspettata sensibilità negli studenti: gli hanno rivolto domandecui Harry ha risposto in italiano come in italiano aveva introdotto ciascunadelle poesie. Dalle sue risposte è emersa unainsospettata affinità con il poeta perugino che lo ha affiancato nellamanifestazione: Michelangelo Pascale. Per entrambi la poesia è cura epossibilità di incanalare le pressioni e tensioni della vita verso una forma diespressione che, pur non risolvendole, le porta ad un livello più profondo esintetico e al tempo stesso più alto esteticamente.Pascale costruisce rigorose strofe piene disimmetrie, cesella maniacalmente i suoi testi ingabbiando la drammaticità deicontenuti in forme geometriche e disciplinate.Le poesie presentate seguivano l'arco disviluppo e fine di un amore, dalla speranza e la grazia alla collera e aldolore, attraverso giochi e metafore fino alla lunghisssima serie di crudelisimilitudini dell'ultima composizione.La lettura dei testi italiani è statavalorizzata dalla voce variopinta e spaziosa del vibrafono che, titillato opercosso dalle bacchette del Maestro Gianni Maestrucci, ha caricato le paroledi delicate o potenti emozioni. Inseriamo due poesie per ciascuno degli autori. In fondo all'articolo, verrà inserita a breve una galleria di immagini.EXILES (Harry Clifton)
In our own city, we are exiles –Strangers, through the closed windowsOf taxis, staringAt the selves we never became.
How they crowd there, the familiar facesAt the intersections! For them too thelights changeLike an illusion of freedomAs they disappear out of our lives.
Today Dublin,tomorrow Paris or Rome –And the blur of citiesIs one City, simultanaeous,Eternal, from which we are exiled forever.
And I say to you ‘Let us make a homeIn ourselves, in each other…’ as if streetsOr the statues of public menOr all the doors we will never darken again
Are a vanished counter-worldTo love, that throws us togetherIn the back seat of our own destinyWhere one dreams, and the other givesdirections. ESULI (traduzione di Rita Castigli)Nella nostra città, siamoin esilio -estranei, dietro aifinestrini chiusi dei tassì, mentrefissiamoi noi stessi che maidiventammo.
Come si ammassano, i volti familiariagli incroci! Anche perloro scattail semaforo come unalibertà sognataquando scompaiono dallanostra vita.
Oggi Dublino, domani Romao Parigi -e la forma sfocata dellecittàè una sola Città,simultanea,eterna, da cui per sempresiamo esuli.
E dico a te:”Facciamociuna casain noi stessi, l'unonell'altra...” come se le stradeo le statue degli uominiimportantio tutte le porte che maipiù varcheremo
fossero un evanescente contro-mondoall'amore, che ci gettainsiemesui sedili posteriori delnostro destinodove uno sogna e l'altroindica la strada.
FIREFLY (Harry Clifton)It was zigzagging alongIn the dusk, when I snatched itOut of its path of flightLike the hand of GodDelaying it, temporarily,Between the why and the whereforeOf my cupped palmsThat glowed like a votive lampPulsating yellow, so I knewIt was alive in thereIn the attitude of prayerI carried ahead of meOn the latening road – a principle,A mustardseed of lightThat belonged in the dance of atomsAround me, energiesThe dark releasedAnd I, too, had a hand in.LA LUCCIOLA (traduzione di Rita Castigli)Zigzagava in arianella penombra, quandol'acciuffaivia dalla traiettoria delsuo volocome la mano di Diocreandole una sosta,temporanea,tra il perché e il percomedelle mie mani a coppache, come una lampadavotiva, emettevano una lucegialla pulsante,così sapevoche lì dentro lei era vivain atteggiamento dipreghierala portavo davanti a mesulla strada cheimbruniva un principio, un semino di luceche partecipava alladanza degli atomiintorno a me, energieche il buio liberavaed io pure facevo la miaparte.
A breve anche le poesie di Michelangelo Pascale ...
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