Vi lascio, questo fine settimana, con una riflessione del filosofo Galimberti sui ragazzi, sui nostri figli. Il libro da cui è tratta è L’ospite Inquietante ed è un libro che parla di giovani.
Sin dai primi anni di vita hanno fatto troppa esperienza (televisiva e non) rispetto alla loro capacità di elaborarla. Di loro abbiamo detto: “Come sono intelligenti, noi alla loro età eravamo più stupidi”. E non l’abbiamo detto solo a noi, l’abbiamo detto anche a loro. E loro ci hanno creduto, avviandosi, con la nostra benedizione e il nostro compiacimento, su quella strada ingannevole dove si confonde l’intelligenza con l’impressionabilità, a cui segue una risposta immediata.
In questo gioco di inganni abbiamo confuso la loro risposta immediata con la prontezza dei riflessi e la velocità di ideazione, mentre era semplicemente un cortocircuito. Ora questi nostri figli si trovano ad avere un’emotività carica e sovraeccitata che li sposta dove vuole, a loro stessa insaputa, senza che un briciolo di riflessione, a cui non sono stati educati, sia in grado di raffreddare l’emozione e non confondere il desiderio con la pratica anche violenta per soddisfarlo.
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