Bologna, Piazza Santo Stefano. Perfetta giornata di metà Settembre. Cielo azzurro limpido. Non una nuvola in cielo. Il rosso caldo dei muri dei palazzi brilla nel sole. La cima elegante della torre degli Asinelli si leva svelta sui tetti delle case circostanti.
Seduta sul basso muricciolo all’ombra dei portici, la schiena appoggiata ad una delle possenti colonne del portico, mi immergo nella quiete quasi irreale di queste ore del primo pomeriggio. Ho un quaderno nuovo aperto sulle ginocchia, appena comprato nella tabaccheria di Largo Respighi, quella in cui andavo a comprare le sigarette e i Quablock per le lezioni di Storia Medievale in via Centotrecento. Era il 1988. Il primo anno di università. Rigiro il mio quaderno tra le mani. Ha la copertina gialla come il sole che riscalda l’aria. Cerco una penna nello zaino senza trovarla. Quarantadue anni e ancora mi vesto come una studentessa. Che a volte mi chiedo se non avesse avuto ragione una vecchia (ora ex...) amica e non sarebbe il caso di crescere e cominciare a comportarmi come una 'signora' (in genere questi omenti durano un paio di minuti poi ci ripenso e torno ad essere la solita personcina immatura di sempre...). Abbandono il quaderno e mi accendo una sigaretta. Non fumo, che fumare non mi è mai piaciuto abbstanza perchè diventasse vizio, ma questa è la mia sigaretta mistica. E la sigaretta in Piazza Santo Stefano è un rito obbligato tra me e Bologna ogni volta che rientro in città. Lascio correre lo sguardo lungo i portici che incorniciano la piazza. La ‘mia’ Piazza. Un libro, il giornale, un taccuino per fermare sulla carta pensieri e impressioni. O, come oggi nulla di tutto questo a parte gli occhi. Da sempre il mio rifugio. Negli anni precedenti la dittatura del telefono cellulare tutti sapevano dove trovarmi nella pausa pranzo, nei momenti liberi, nei ritagli di tempo. Un pensiero mi attraversa il cervello e cerco nello zaino il telefonino. Lo spengo. Mi sento subito meglio. Appoggio la testa alla colonna calda di sole. Portici come braccia accoglienti e il verde delle persiane come occhi aperti sul mondo. Che bella che è sempre Bologna...
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