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Riflessioni e contenuti del "clean power plan": quanto promesso? quanto ancora da fare?

Creato il 05 agosto 2015 da Alessandro @AleTrasforini

Il desiderio di un mondo libero dai drammi costituiti dal cambiamento climatico, dal surriscaldamento globale e dalle problematiche socio-economiche connesse ai problemi sopra riportati dovrebbe essere, fino a prova contraria, di primario interesse collettivo.
Buona parte degli Stati del mondo intero dovrebbero collettivamente depositare le armi di una stantia diplomazia per privilegiare, coerentemente con l'urgenza delle situazioni, l'attuazione concreta di programmi votati alla realizzazione di punti tanto precisi quanto ormai collettivamente necessari.
Sono state tante le occasioni di discussione ed incontro, moltissime le opportunità che non sembrano essere state raccolte sino in fondo. Al netto di tutto, pertanto, sembra che qualcosa di molto grande debba ancora essere compiuto fino in fondo.
Cosa potrebbe accadere qualora le ulteriori ( o residue?) speranze venissero ulteriormente tradite? Sarebbe davvero possibile paventare concrete possibilità di scongiurare il verificarsi ed il perpetuarsi del cambiamento climatico attualmente in tanto palese quanto concreta manifestazione?
Al netto di domande e punti di vista, sembra più che mai urgente adoperarsi per predisporre in campo soluzioni reali e concrete. Può essere fatto rientrare in questo campo il piano attuato dal Presidente USA Barack Obama ed identificato brevemente sotto il nome di " Clean Power Plan"?
E' possibile definire per punti il presente provvedimento riferendosi a quanto riportato nell'articolo " Clima, il piano di Obama in 5 punti" pubblicato sul sito wired.it. Sintetizzando il tutto, si potrà scrivere quanto richiamato nel seguito:

  1. Taglio delle emissioni, prevedendo la possibilità di tagliare le emissioni di carbonio delle centrali elettriche del 32% rispetto ai livelli registrati nell'anno 2005;
  2. Quantificazione il più esatta possibile dei costi del piano energetico, concentrandosi ai livelli concentrati e riportati per il periodo compreso fra 2020 e 2030;
  3. Predisporre una crescita sostanziale delle energie rinnovabili, identificando in circa quindici anni il periodo in cui le fonti di energia rinnovabili dovranno coprire il 30% circa dell'energia prodotta su scala nazionale;
  4. Associare forme di minore assenteismo con possibilità di ottenere miglioramenti anche sostanziali nella salute, vagliando la concreta possibilità di poter prevenire almeno 3600 morti premature per cause riconducibili all'inquinamento;
  5. Piena libertà per gli Stati membri di attuare e perseguire gli obiettivi prefissati dal testo vagliato dal Presidente Obama, considerando come data limite per l'adeguamento normativo l'anno fissato del 2022.

Le parole del Presidente Obama, pronunciate alla presentazione del piano in questione, sono sembrate alquanto emblematiche e significative nel merito della presente questione specifica:

"[...] Niente minaccia di più il nostro futuro e quello delle generazioni future del cambiamento climatico. [...] Siamo la prima generazione a sentire l'impatto del cambiamento climatico e l'ultima generazione che può fare qualcosa. Dobbiamo affrontare il problema nel modo giusto altrimenti rischiamo il punto di non ritorno. Esiste la possibilità di arrivare troppo tardi. [...]"

(Fonte: Clean Power Plan: come Obama promette di ridurre del 32% le emissioni entro il 2030, greenme.it, D.Trunfio)

Vale quindi la pena muoversi per cercare di evitare che il ' troppo tardi' giunga puntualmente a verificarsi. Sempre ammesso che non si sia già superato il limite auspicabile od esistente, ovviamente. I costi complessivi del piano di Barack Obama saranno, stando alle ultime stime, prossimi a sfiorare gli 8.4 miliardi di dollari circa.

Parimenti a queste spese, inoltre, i potenziali risparmi per i consumatori dovrebbero attestarsi nel decennio 2020-2030 su un ammontare prossimo a circa 155 miliardi di dollari.

Dovrà essere l'Agenzia Federale per la Protezione dell'Ambiente ( Epa) a definire criteri attuativi più stringenti e predisporre piani concreti per le singole realtà componenti il quadro federale, similmente a quanto definito anche dall'articolo " Clean Power Plan di Obama: 5 cose da sapere" riportato su Panorama.it:

"[...] Il programma [...] prevede che l'Epa [...] lavori per la riduzione delle emissioni di diossido di carbonio delle centrali elettriche degli Stati Uniti. [...] stabilisce per ciascun stato federale un obiettivo di riduzione delle emissioni delle proprie centrali elettriche. Gli Stati possono decidere come arrivare all'obiettivo: possono per esempio passare dal carbone al gas naturale, incrementare le energie rinnovabili, fissare programmi per incentivare il risparmio energetico e la razionalizzazione della case private. Gli Stati devono presentare il piano entro il 2018 e cominciare a tagliare le emissioni entro il 2022. Se uno Stato non presenta il proprio piano dovrà applicare quello preparato dall'Epa. [...]"

(Fonte: Clean Power Plan, Panorama.it, L.Gavazzi)

La possibilità di strutturare un cambiamento reale ed importante potrà passare, pertanto, dalla primaria possibilità di quantificare e qualificare quanto i costi siano potenzialmente inferiori rispetto a risparmi e teorici benefici. Senza contare successivamente quanto si dovrà ancora cercare di fare, perseguendo strade che ad oggi le direttive di questo piano non sembrano aver percorso.

Quantomeno nelle forme divulgate da stampa e mezzi di informazione nazionali: responsabilità sociale di impresa abbinata a tematiche ambientali ed energetiche, quantificazioni esplicite di consumi da ridurre anche nei settori privato ed industriale, potenziali risparmi e migliorie da contabilizzare per misure afferenti sia per riqualificazione che per risparmio energetico.

Solo per citare alcuni potenziali riferimenti e punti di differente vista fra i moltissimi possibili.

La potenzialità di definire un Clean Power Plan adeguato dovrà scorrere necessariamente, un domani non troppo lontano, anche da queste opportunità e possibilità.

Tale piano potrebbe essere strutturato anche su scala europea, andando ad incentivare e rendere vincolanti meccanismi di ' burden sharing' per gli Stati facenti parte dell'ormai palesemente dissestato ' Vecchio Continente'. Non sembrano esservi più molti istanti da poter perdere, per ( cercare di) scongiurare un tanto perentorio quanto lancinante adattamento ad un futuro ambientalmente e climaticamente assai precario.

RIFLESSIONI E CONTENUTI DEL

Fonte immagine: ambientequotidiano.it

" Clima, il piano di Obama in 5 punti", Wired.it

(http://www.wired.it/attualita/ambiente/2015/08/04/obama-clima-5-punti/)

" Clean Power Plan: come Obama promette di ridurre del 32% le emissioni entro il 2020", Greenme.it (http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/17314-clean-power-plan-obama-2030)

" Clean Power Plan di Obama: 5 cose da sapere, Panorama.it

(http://www.panorama.it/scienza/green/clean-power-plan-obama-5-cose-da-sapere/#gallery-0=slide-6)


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