Il debito cresce anche ora in termini assoluti e relativi (dato che il Pil diminuisce). Ma non è questo il problema. Del resto, che il problema sia l’euro lo hanno riconosciuto quasi tutti. Poi è chiaro che i nostri difetti vengono sfruttati dai “mercati” (e non solo) – benché il debito pubblico, prima del 2008 stesse diminuendo ( di circa 10 punti dal 2000, cito a memoria) e con un tasso di crescita i(medio) che, se tutto andrà bene(ma ne dubito), sarà come quello previsto per i prossimi anni. Insomma, è pacifico che l’austerity aggravi il rischio di deflagrazione dell’Eurozona, anziché ridurlo. Ma anche questo è noto. Ed è noto pure che l’Italia avrebbe bisogno di un piano industriale, un piano energetico etc. etc. e per questo occorrerebbe una Bce che funzionasse da vera Banca centrale. Fin qui nulla di nuovo o di strano, come non è strano mettere l’accento sul fatto che non è tanto il debito che conta per gli stessi “mercati” quanto la sostenibilità del debito .Tuttavia, il vero busillis è un altro. Una volta compreso che la Bce dovrebbe garantire il debito dei Paesi sovrani in ultima istanza chi dovrebbe “decidere” veramente? La Germania da sola o no? Senza un diritto di veto i tedeschi non credo accetterebbero mai di cambiare la struttura della Bce. Ma non si può pensare che gli altri Paesi siano disposti ad accettare questa supremazia della Germania. Ma poi servirebbe veramente? No, se non si facesse una vera Unione politico-monetaria ( difesa, esteri, giustizia e tesoro). E di questo i Paesi UE fuori dall’area dell’euro non ne vogliono nemmeno sentire parlare, e la stessa Germania non pare abbia intenzione di dar vita a tale progetto.
Di fatto, la Germania sta incassando il “dividendo” derivante dalla necessità di ancorarla all’Atlantico in specie dopo la riunificazione : la sua ricchezza dipende essenzialmente da una bilancia commerciale in attivo con i Paesi dell’Europa meridionale (” si arricchisce nell’Atlantico sulle spalle del resto d’Europa” appunto), non con la Cina (è in passivo) o con altre potenze emergenti. In queste condizioni, tenendo conto che è un nano geopolitico, ciò equivale a segare il ramo su cui è seduta. Prima o poi rischia di pagare un conto salatissimo. Non si deve nemmeno dimenticare che l’economico in età moderna è “in primo luogo” (quindi non “solo”) la continuazione della lotta politica con altri mezzi. La classe dirigente tedesca invece è convinta (certo vi è anche chi vede più in là del proprio naso ma o conta poco o per interesse fa finta di non “sapere”) che l’attuale situazione economica sia soprattutto merito dell’efficienza teutonica e frutto della mancanza di rigore delle “cicale” del Sud Europa. Da qui la situazione disastrosa per molti Paesi di Eurolandia stretti nella morsa dei “mercati” e vittime dell’ottusità strategica teutonica.
In queste condizioni che Eurolandia vada a sbattere contro il muro dei suoi limiti geopolitici mi pare inevitabile.
Naturalmente noi paghiamo anche l’incapacità della nostra classe dirigente (venduta pure allo “straniero”) . Non è certo solo “colpa” dei tedeschi, i quali stanno sfruttando una situazione geopolitica (ecco il problema che i tedeschi non vedono o fanno finta di non vedere) a nostro danno.
Fabio Falchi