Era freddo, ma la terra era asciutta. Mi distesi sull’erba a guardare le stelle. Mi parve di vederle per la prima volta. E forse era davvero così, perchè le guardavo senza pensare ai loro nomi. Immaginai di essere un uomo delle caverne che non ha letto nulla, che non ha studiato, che non sa. E, libero da tutta quella conoscenza, mi persi nella meravigliosa, consolante immensità dell’universo. Non la guardavo più. Ne ero parte.
-Tiziano Terzani
Da bambina sognavo di diventare astronoma. Mi immaginavo con un immenso telescopio appoggiato su un cavalletto in cima a una collina verde ad osservare le stelle, le fasi lunari, gli anelli di Giove e Venere, il pianeta dedicati della dea dell’amore. Già a 10 anni iniziavo a chiedermi come fosse possibile che Dio potesse aver creato tutto quanto, a pensare a ogni piccolo dettaglio e a noi. Ma ancora di più mi sconvolgeva pensare che se il Big Bang aveva portato alla nascita dello spazio, Dio come poteva inserirsi in quell’infinito? Cioè qualcuno doveva per forza mentire sulla nascita dell’universo: o gli scienziati, o qualcun altro. Poi, crescendo ho capito che la fisica e la religione non erano proprio la mia strada e che avrei fatto meglio a dedicarmi a qualcosa d’altro che non comprendesse calcoli complessi o racconti biblici. Così ho scelto la strada (s)fortunata della scrittura e della fotografia di viaggio, naturalistica.
All’età di 27 anni devo ammettere, però, che la passione per le stelle e per la volta celeste ancora non mi ha abbandonata, così come l’amore per il mare. Ed ecco che anche quest’anno ho aspettato impaziente le sere di agosto per vedere quello che gli astrofisici hanno chiamato lo sciame meteorico delle Perseidi, più comunemente le stelle cadenti. Quelle che tutti aspettano per esprimere un desiderio d’amore o di qualsiasi altra natura. Beh, proprio quelle. Anche io aspettavo la notte di San Lorenzo, qui in Lombardia con tanto di lampioni e inquinamento atmosferico. Non tanto per capire la loro distanza dalla terra o la loro forma, ma per poterle fotografare più che altro.
A differenza dell’anno scorso, il clima inclemente ha nascosto a noi milanesi ogni stella cadente, ogni frammento di meteora e con loro sono svaniti tutti i desideri di mezza estate…anche se la luna piena ci ha regalato uno spettacolo naturale altrettanto suggestivo.