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Riflessioni tra musica e societa', ricordando faber

Creato il 12 gennaio 2011 da Alessandro @AleTrasforini
In una musica sempre più svuotata di poeti e di poesia, ci si chiede troppo spesso cosa voglia dire ancora fare musica.
Ci si può interrogare sul cosa voglia dire anche essere musica, in quanto dietro ad ogni uomo si nasconde o si realizza un'anima dinamica, capace di sentire e percepire.
Nell'intorno umano, qualcuno riesce ad emergere per lasciare un segno nella Storia; qualche uomo sa lasciare una traccia profonda, non solo musicale ma anche umana. Qualche uomo passa, imprimendo alle sensibilità dinamicamente umane qualche importante cuneo su cui riflettere.
Le canzoni passano spesso, come acqua sotto i ponti. Nella modernità, la tendenza a fare musica da far passare sotto i ponti è esasperata: con l'estate risuonano più forti che mai i tormentoni, con l'inverno vanno sempre più forte quelle musicalità orecchiabili e completamente votate all'esclusiva musicalità.
Comporre e cantare sono considerate attività vincenti solo se riescono a vendere, fino all'esasperazione.
Il declino della musica rende appieno, senza colpo ferire, piena testimonianza della discesa libera nella quale va precipitando la società moderna.
Con la musica, per fortuna o purtroppo a seconda dei tempi, vengono influenzate, ispirate ed alimentate le individualità umane: ai tempi moderni, con questa musica, verrebbe da dire che le giovani menti crescono e si formeranno senza troppe speranze.
Nonostante tutto, ancora oggi, in certi componimenti veri si mescolano tensioni morali ed umane che si percepiscono appieno a distanza di molti anni.
Tensioni e riflessioni importanti, votate alla contaminazione per conservarsi e preservarsi.
Se la musica importante od impegnata è stata uccisa o fatta cadere nel dimenticatoio, la sola speranza per riabilitarla è favorirne la fusione con altri generi secondo canoni inesplorati: così come dal blues si generò il rock, altrettanto qualcosa di meraviglioso e grande potrebbe nascere oggi.
La musica sa parlare soprattutto all'anima della società intera; il mestiere del musicista, nella sua piena accezione, riveste anche un ruolo profeticamente illuminista, votato al miglioramento delle condizioni mentali con cui operare nel mondo.
Le tensioni morali di certi Autori hanno lasciato un solco importante, facendo riflettere profondamente ancora oggi.
Certi uomini, con le loro parole in musica, hanno saputo abbattere la linea sottile che separa la vera musica dalla poesia; questi uomini, appunto, rimangono come pilastri immensi ancora oggi.
Cento anni luce avanti a questa società, centomila anni luce avanti ai pensieri ed alle idee che questa distorta musica riesce ancora a produrre.
Tra di loro, un Autore di musica vera se ne andò.
Fabrizio De Andrè, scomparso in un tempo che pare oggi troppo distante.
A lui va un pensiero, capace di riabilitare ogni suo messaggio ed ogni sua poesia.
A uomini come lui vanno amore e rispetto senza tempo:
"[...] rifiutavo questa etichetta di poeta che volevano per forza appiccicarmi addosso: cercavo soltanto di gettare un ponte tra la poesia e la canzone, e mi servivo della musica come un pittore si serve della tela."
Con dignità infinita, mai adeguatamente sarai ricordato e ringraziato.
RIFLESSIONI TRA MUSICA E SOCIETA', RICORDANDO FABER


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