Una ‘riformicchia’ costituzionale varata da un’assemblea ai limiti della legalità costituzionale su un testo imposto dal governo e frutto d’improvvisazione: un testo destinato a essere cartastraccia ove la corsa di Renzi dovesse interrompersi.
Anche per questo, una riforma abborracciata, portata avanti costi quel che costi. Basti pensare che lo spirito costituente di certi senatori è stato tale da proporre una elezione diretta del Capo dello Stato da parte dei cittadini dopo una sorta di primarie (con otto votazioni negative del Parlamento) e di scelta tra i due candidati sopravvissuti agli agguati dei ‘grandi elettori’! Per quanto riguarda la cartastraccia, è già successo con la riforma del 138 Cost. dell’incolpevole governo Letta (quello che accorciava i tempi…).
Se le altre riforme saranno come questa, la vediamo dura, non tanto per Renzi e la sua corte (e quelli sul suo carro per sopravvivere), quanto per l’Italia. Le chiacchiere stanno a zero, anzi a meno zero virgola due. Per ora.
Gian Paolo Vitale