È stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 17 dicembre 2014, n. 198 sulle commissioni censuarie: il primo fondamentale passaggio della grande riforma del catasto è pertanto ufficializzato con il suo definitivo posizionamento al’interno dell’impalcatura normativa italiana. Le commissioni censuarie pertanto tornano ufficialmente a funzionare.
Si tratta del provvedimento inaugurale del processo di revisione del sistema catastale (una procedura che verrà portata a termine nel giro di 3 anni) idoneo a ridefinire le competenze e il funzionamento delle commissioni provinciali e centrale, modificandone la composizione: tra i 6 membri di tali fondamentali commissioni ci saranno due rappresentanti delle Entrate, uno degli enti locali, tre di professionisti, tecnici, docenti qualificati ed esperti di statistica e di econometria, indicati da Ordini e associazioni di categoria.
Va ricordato a tal riguardo che le commissioni censuarie dovranno occuparsi di validare le funzioni statistiche (cioè gli algoritmi) utili per ricavare le rendite e i valori patrimoniali dai dati concreti provenienti dagli immobili, giungendo generare una base imponibile coerente con l’attuale situazione del mercato. Inoltre ricopriranno anche un ruolo con finalità deflattive del contenzioso in materia catastale dinnanzi al giudice tributario.
Per un focus approfondito sul tema leggi l’articolo Revisione catasto: arrivano le nuove commissioni censuarie, ecco cosa succede.
Per un rapido flash sulle funzioni delle commissioni leggi invece Riforma del catasto: 3 cose da sapere sulle commissioni censuarie.
L’atto normativo appena pubblicato in Gazzetta è propedeutico al vero e proprio processo di riforma catasto (come previsto dalla delega fiscale): un processo che consentirà di delineare in maniera inedita l’assetto immobiliare del nostro paese e porterà notevoli ripercussioni (che si spera possano essere positive in termini di equità fiscale) sull’entità del pagamento delle imposte sulla casa.
Ci sono voluti due mesi per transitare dall’approvazione del decreto alla sua pubblicazione in Gazzetta: le cause di tale ingente ritardo devono ricercarsi nei tentativi del Governo di non garantire la presenza delle associazioni di categoria nelle commissioni locali e centrale, affermata invece con forza dalle commissioni parlamentari e inserita in ultima istanza nel testo definitivo del decreto.
“La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto conferma che il provvedimento, nato predisposto molto male dalla burocrazia ministeriale e dell’Agenzia delle Entrate, – afferma il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – è stato poi significativamente migliorato dall’intervento del Governo, che ha recepito i pareri delle Commissioni Finanze del Senato e della Camera, in maniera tale da rappresentare quanto disposto dalla legge delega in materia, specialmente, di rappresentanza del settore immobiliare”.
“Auspichiamo ora che, sul secondo decreto legislativo – prosegue Sforza Fogliani – ormai in fase di emanazione, si apra una consultazione con la rappresentanza dei contribuenti in maniera tale che non si faccia nuovamente carico al solo Parlamento di garantire il rispetto dei principi di trasparenza e di contraddittorio tra le parti interessate stabiliti dalla legge delega, riducendo il confronto alle sole parti titolari del potere di imposizione, come più volte si è tentato di fare”.
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