E’ da oltre un anno e mezzo che in Parlamento si discute della riforma della prescrizione. Il 28 febbraio 2014 la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, Donatella Ferranti (Pd), deposita un provvedimento in proposito che viene approvato quasi un anno dopo, il 24 marzo 2015.
(today.it)
Cosa prevede il testo sulla riforma della prescrizione? Ecco una sintesi del provvedimento: corruzione, il termine-base di prescrizione dei reati di corruzione propria e impropria e di corruzione in atti giudiziari aumenta della metà. Per esempio, per la cosiddetta corruzione impropria (art. 319 del codice penale), punita a legislazione vigente fino a 8 anni, il processo dovrà intervenire entro 12 anni, pena l’estinzione del reato. Sospensione dopo la condanna: la prescrizione è sospesa per due anni dopo la sentenza di condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello. La sospensione però non vale in caso di assoluzione e ha comunque effetto limitatamente agli imputati contro cui si procede. Altri casi di sospensione: oltre alle ipotesi già previste dal codice, la prescrizione sarà sospesa anche nel caso di rogatorie all’estero (6 mesi), perizie complesse chieste dall’imputato (3 mesi) e istanze di ricusazione. Questo per scoraggiare eventuali tattiche dilatorie da parte dell’avvocato difensore. Prescrizione differita per minori: per i reati gravi contro i minori (violenza sessuale, stalking, prostituzione, pornografia etc.) la prescrizione decorre dal compimento del diciottesimo anno. Questo perchè la maggior parte delle volte il bambino vittima non ha coraggio di rendere noto il reato subito neanche in famiglia.
Il testo era tornato alla ribalta nel novembre 2014, anche dopo la sentenza Eternit che ha cancellato per prescrizione la condanna a 18 anni al magnate svizzero Stephan Schmidheiny (anche se è in corso un processo bis che lo vede imputato di omicidio) e che ha fatto sfumare così anche la possibilità per i familiari delle vittime e per le comunità locali di ottenere i risarcimenti. Dopo quella sentenza il premier Matteo Renzi sottolinea la necessità di mettere mano a una riforma della prescrizione. Di recente sotto la “mannaia” della prescrizione è caduto anche il processo “calciopoli” che vedeva imputati Luciano Moggi, Antonio Giraudo e due arbitri. Il tema, però, vede uno scontro interno alla maggioranza con la contrarietà di Ncd che a Montecitorio si è astenuta sul voto finale.
Il provvedimento è in discussione in commissione Giustizia al Senato. Il 9 settembre scorso, la relatrice in commissione, Rosaria Capacchione (Pd) ha sottolineato che: “i gruppi di maggioranza ritengono necessari alcuni ulteriori approfondimenti sulle problematiche sottese al ddl”. (ANSA)