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Riforma pensioni: le novità nella legge di stabilità

Da Pukos
Riforma pensioni: le novità nella legge di stabilità

La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il testo del disegno di legge di stabilità 2015. Via libera allo stop delle penalizzazioni per i lavoratori precoci. Il testo ora passa al Senato.

 

L’Aula di Montecitorio ha approvato la Legge di Stabilità del governo. I voti favorevoli sono 324, i contrari 108. La legge di Stabilità passa ora all’esame del Senato.

Passano le norme che prevedono lo stop alla penalizzazione per i soggetti che maturano il requisito di anzianità contributiva per l’accesso alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017.

Inoltre viene stabilito che i trattamenti pensionistici, inclusi quelli in essere, non possono eccedere l’importo che sarebbe stato liquidato secondo le regole di calcolo vigenti prima dell’entrata in vigore della riforma pensionistica.

 

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Riforma pensioni: le novità nella legge di stabilità

 

Altra novità: chi riceve due assegni pensionistici dall’Inps, uno il 1˚ del mese e l’altro il 16, riceverà i pagamenti in un’unica soluzione il giorno 10. La norma interessa solo 800mila anziani che sono titolari di due o più pensioni.

Altre norme riguardano i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto. Non ci sono novità, invece, per i quota 96 della scuola, gli esodati e i ferrovieri.

Si ricorda, tuttavia, che la partita sul fronte previdenziale è tutt’altro che chiusa: il Governo ha infatti anticipato che inserirà ulteriori modifiche a Palazzo Madama. In prima linea c’è la possibilità di una modifica della tassa di rivalutazione del Trattamento di fine rapporto a fini previdenziali.

L’aliquota dovrebbe scendere al 14% (nel ddl il Governo la ha alzata dall’11% al 17%). Discorso aperto anche per i fondi complementari. La tassazione è stata portata dall’ 11,5% al 20%, l’ipotesi alla quale si lavora è abbassare il prelievo al 17%.

C’è poi il discorso degli investimenti delle Casse di previdenza privata. Anche per loro il governo, con la manovra, ha innalzato la tassazione sugli investimenti dal 20% al 26%. Nel passaggio del testo al Senato le lancette potrebbero essere riportate indietro, con la tassa sugli investimenti delle Casse che tornerebbe al 20%.

Fonte: www.pensionioggi.it


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