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Rigetto

Da Mcnab75

Rigetto

Chiacchierando del più e del meno con un amico blogger, ho avuto modo di pensare a una moltitudine di argomenti apparentemente slegati: l'horror, il fantasy, le crisi di rigetto.

Ultimamente il mio blog si occupa senz'altro di argomenti assai diversi rispetto al trend di qualche mese fa. La svolta verso tematiche ucroniche, steampunk e di storia moderna e contemporanea ha messo in secondo piano l'horror, sia come recensioni che come approfondimenti. La “colpa” è imputabile alla lavorazione della trilogia Prometeo e la guerra, ma non solo. Di certo non si tratta di un'evoluzione casuale, bensì voluta.

Il punto è che stavo per avere una crisi di rigetto nei confronti del non-genere (definizione malpertusiana) horror, così come mi è capitato per il fantasy, all'incirca sei anni fa. Ne ho già parlato in passato, ma vale la pena tornarci brevemente.

Il punto è che, fino al 2003-2004, leggevo qualunque cosa tangesse il sopracitato genere fantasy, senza badare troppo a qualità e sostanza. Mi sparavo perfino le insostenibili saghe di R.A. Salvatore, roba che ora, al solo pensiero di metterci mano, mi viene l'urticaria. Aggiungeteci anche diverse partecipazioni a gruppi di giochi di ruolo, e ne otterrete una misura colma, anche se in tempi fin troppo lunghi rispetto al previsto.

Di punto in bianco il meccanismo si è rotto, complici anche alcune mazzate che la vita ci riserva, e nessuno è più riuscito ad aggiustarlo. Il risultato è che, tuttora, non riesco a leggere più nulla che rientri nel fantasy per così dire “classico”. Fanno eccezione George R.R. Martin, più per proprietà e freschezza di stile, che non per i contenuti. Va un po' meglio con l'urban fantasy in stile Dimitri, se preso in piccole dosi.

 

Il punto è che, fino a poco fa, stava accadendo la medesima cosa anche per l'horror, ma per fortuna me ne sono accorto in tempo. Da zombie-fan quale mi son sempre professato, ho iniziato a provare una forma di repulsione per una serie di film (e anche romanzi, ahimé) di valore sempre più scarso, spesso vicino allo zero. Anche al di fuori dal sottogenere, l'horror ha iniziato a stancarmi per colpa di un calo qualitativo che ha dell'impressionante. L'ancora di salvezza era offerta da alcuni prodotti di nicchia, molti dei quali scovati grazie a blog come Malpertuis. Infatti il rischio di rigetto, nel mio caso, non è mai dato dalla quantità, bensì dalla qualità (bassa). Il bisogno di variare si fa sentire quando il valore specifico di un determinato genere cala così tanto da provocare qualcosa di molto simile alla nausea.

La necessità di cambiare aria era dunque tanto forte quanto opportuna. Per questo l'ho fatto, seppur in modo cosciente e nelle dovute proporzioni. Diciamo che sono moooolto lontano dal rigetto totale che ho avuto a suo tempo per il fantasy. Per fortuna. L'horror mi stimola ancora, tanto più che molti dei romanzi che leggerò da qui a settembre rientrano in questa categoria. Forse mi aiuterà non sbirciare più nelle apposite sezioni delle librerie, dove oramai la roba “a la Twilight” a colonizzato ogni centimetro. Nel mentre, mi guardo attorno e scrivo altre cose.

 

E non ditemi che a voi non è mai capitato di avere delle crisi di rigetto per cose che fino al giorno prima adoravate (o pensavate di adorare). In questi anni da blogger ho conosciuti fotografi che hanno imparato a odiare la sola idea di fare uno scatto extra-lavorativo, grafici che non vedono più nessuna poesia nella loro arte, scrittori trasformati in automi senza anima in quel che producono, musicisti pentiti, etc etc.

Senza parlare di tutti coloro, e sono la maggioranza, che queste faccende le vedono da spettatori/lettori/appassionati, e non da protagonisti.

 


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