Magazine Diario personale

Righe con la u

Da Fabsound

Mi piace suonare anacronistico, un po’ per fare lo snob, e un po’ perchè ho l’impressione che solo chi riesce ad estraniarsi dal suo tempo possa avere una visione lucida delle cose del mondo. Ecco, l’avevo detto che s(u)ono snob.

Righe con la u

Per cui vado orgoglioso di quello che sto per dire, sebbene son sicuro di non incontrare il favore die più: a me, le rughe, piacciono. Mi piace come sottolineano e amplificano i lineamenti delle persone, mi piace come tirino le somme di tanti anni di sorrisi o di preoccupazioni. Mi piace che non si possano nascondere dai vestiti, mi piace come si muovono mentre la persona parla,  ride, e soprattutto mi piace che non si possano avere rughe “a comando”: arrivano un po’ per volta, man mano che la vita tira linee in faccia, e non puoi fare nulla nè per averle nè per cancellarle (Hem… ok quest’ultima parte non è per nulla vera, ma fingerò di non notare la falsità di quello che ho scritto).

Ho 26 anni e alcuni dei miei amici cominciano ad avere alcuni segni sul viso, linee quasi impercettibili agli angoli delle labbra e degli occhi: qualche volta ho anche compiuto l’errore di farlo notare, con l’entusiasmo di una piacevole scoperta, ma ogni volta le persone in questione si sentivano quantomeno prese per i fondelli, se non addirittura offese, e non ho mai ricevuto approvazione per queste mie argute osservazioni piene di sincera ammirazione. Su tutte, quelle che preferisco sono le rughe che partono dagli angoli esterni degli occhi, e come un ventaglio si aprono verso le tempie fino alle orecchie e all’attaccatura dei capelli, e son tanto più curve quanto più la persona sorride (è proprio vero, allora, che si parla anche con gli occhi!).

Tempo fa in ospedale c’era una dottoressa, peraltro anche relativamente giovane, con delle rughe profondissime e fantastiche: quando mi parlava non riuscivo a distogliere l’attenzione da quei solchi e dalle circonvoluzioni che le disegnavano sul volto. Comunque sia, memore anche dell’esperienza con gli amici ho avuto l’accortezza di evitare di condividere con lei questa ammirazione.

Oggi a pranzo guardavo le rughe di mio papà – delle rughe davvero di prima classe, devo ammettere –  e mentre finivo l’insalata pregustavo il momento in cui compariranno anche nel mio specchio. Insomma, prima o poi verranno anche a me, no? Intanto, per favorire la comparsa di quelle che preferisco, cerco di sorridere il più possibile.


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