In questi giorni mi sto godendo le meritate ferie, passandole con la mia dolce metà nella zona di Napoli. La presenza di turisti è massiva, dappertutto: nei musei, al mare, per le strade del centro. Da via Roma a Piazza Plebiscito sembra quasi di non essere più in Italia, ma nella biblica scena della costruzione della torre di Babele: sono innumerevoli le lingue diverse che vengono parlate nello spazio di pochi metri.
Nonostante tutti i guai, il più recente va sotto il nome di “emergenza rifiuti”, i turisti non snobbano una delle città più belle del mondo, che insieme a Roma e Milano forma il trittico delle principali metropoli italiane.
Faccio un passo indietro, e torno a qualche giorno fa, quando sono stato a casa di un amico, il quale più o meno diceva che chi sta al potere vuole affossare Napoli, facendo fuggire i turisti e le possibilità di guadagno e rinascita del capoluogo campano (e della Campania tutta).
Non mi trovavo d’accordo: in fondo, proprio i “potenti” avevano fatto ripulire le strade dall’immondizia subito prima del periodo turistico di punta. Devo ammettere altresì che il mio scetticismo di quel momento si è trasformato in un dubbio lecito pochi giorni dopo, tra il 15 e il 16 agosto.
15 agosto, il programma serale include una cenetta romantica a Posillipo. Peccato che due locali su tre erano chiusi, e il terzo era “tutto prenotato”, come si affrettavano a precisare i ristoratori telefonicamente.
Se vi state preoccupando, niente paura: abbiamo trovato un ristorantino tipico con ottimo pesce fresco, ma non a Posillipo.
Ora, mi rendo conto che Posillipo non è la riviera o la costiera amalfitana, ma i turisti, a giudicare dal tutto esaurito dei locali aperti, lì ci vogliono andare eccome, spinti dalla splendida vista. Il 15 sera, poi, ci sono i fuochi d’artificio sul mare, e da lassù sono puro spettacolo.
Il mio amico attribuisce a chi di potere la volontà di non far rialzare la testa a Napoli, ma vogliamo parlare dei ristoratori o di chi ha altri esercizi commerciali? Chiudere per ferie il 15 sera equivale a un suicidio personale quanto a guadagni mancati, ma anche a un suicidio per la città: i turisti che adesso hanno avuto problemi a cenare dove dicevano loro, il prossimo anno preferiranno una meta diversa.
Il giorno dopo, altra disavventura (finita bene anche questa, per fortuna). Partiamo alla volta di Capri per una rilassante giornata sull’isola decantata da Totò in più di un film, come “Totò a colori” e “L’imperatore di Capri”.
Colpa nostra non aver visitato il sito internet per controllare gli orari, prima di partire, ma non tutti i turisti lo farebbero, quindi possiamo essere assimilati a quest’ultima categoria. Tra il Porto di Napoli e il Molo Beverello scegliamo quest’ultimo, e una volta arrivati scopriamo che le navi per Capri partono a degli orari a dir poco assurdi: uno alle 7.35 e quello successivo alle 12.15.
Ora, al Porto di Napoli gli orari sono più accessibili, fin qui ci siamo, ma un gruppo di turisti che si reca al Molo Beverello come deve fare per raggiungere la punta di diamante tra le isole al largo di Napoli?
Tra Capri, Ischia e Procida, quale meta un turista estero preferisce? E di conseguenza, quale tragitto andrebbe potenziato con qualche passaggio più frequente?
Anche stavolta, abbiamo risolto visitando Ischia, scelta rivelatasi non un ripiego, data la bellezza dei posti, ma non tutti i turisti la potrebbero pensare allo stesso modo: se alcuni vengono in Italia per vedere Faraglioni e Grotta Azzurra, non riuscire a visitare una delle due cose (o entrambe) può portare un disamore che si ripercuote. Sulle casse, sulla città e sul futuro.