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Rimborsi benzina: i consiglieri comunali pdl di perugia non ci stanno

Creato il 15 giugno 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Noi non volevamo, non vogliamo e non vorremo in futuro alcun “rimborso-benzina”. E, ove serva a fare ulteriore chiarezza, accordiamo in merito a detti rimborsi la nostra rinuncia formale. Scelte diverse da parte da parte di membri del Gruppo consiliare sono da ritenersi personali, autonome e fuori dalla linea politica del PdL. Noi sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. La nostra storia politica è piena di esempi altruisti. Siamo talmente attenti alle questioni sociali che nessuno e ci può insegnare niente. Siamo stati sempre vicini alle classi meno abbienti e abbiamo sempre fatto politica per difendere gli interessi degli italiani. Gli incarichi che ricopriamo sono un mandato dei cittadini perugini e lavoreremo a favore di questi per scardinare il sistema instaurato dalle sinistre in Umbria, che – questo si – è pieno di privilegi di ogni sorta a vantaggio di pochi che beneficiano ancora delle prebende della spesa pubblica. La polemica sollevata in questi giorni è pretestuosa e bene ha fatto il portavoce dell’opposizione, il consigliere Sbrenna, a sollevare il problema della mancata applicazione delle legge in Commissione Controllo e Garanzia. Non si può assistere inerti ad un potere che da molti anni attanaglia i palazzi della politica, non si può restare inerti davanti a Dirigenti che se ne fregano delle scelte democratiche dei cittadini e remano uniti solo ed esclusivamente per mantenere i propri lauti privilegi che la politica, con fatica, sta cercando di limitare. Le leggi si applicano per tutti. Se non si deve applicare la norma del TU degli Enti locali oggetto del contendere, cosa che condividiamo, si possono applicare le norme sui premi ai dirigenti decretati con autovalutazione o monetizzare decine di migliaia di euro di ferie agli stessi dirigenti? Intendiamo però fare luce, così com’è nel nostro dovere, sull’inerzia degli uffici competenti in merito all’applicazione del comma 3 dell’art. 84 del TUEL, che, per inciso, riteniamo debba essere abolito. Diversamente da quanto sostenuto da una certa stampa incline all’antipolitica, non abbiamo brame piccole e inopportune e neppure vogliamo fare questue, ma crediamo sia giusto esplicare la funzione di controllo e garanzia propria della V Commissione, così come è stato fatto con la proposta di risoluzione relativa alla “Attuazione delle fruizioni di cui all’art. 84 comma 3 del TUEL”. Con il testo approvato in V Commissione lo scorso 11 giugno – se solo lo si fosse letto con attenzione e buona fede lo si sarebbe capito fin da subito – non intendiamo esigere alcunché né per il passato né per l’oggi né per il futuro. Si vuole piuttosto capire come hanno agito gli uffici e se, nel caso, se siano ravvisabili negligenze e inadempienze, eventualmente censurabili. Si pongono, ad esempio, alcune domande. L’applicazione dei rimborsi, limitatamente alle effettive partecipazioni alle sedute di Consiglio e commissioni, era da considerare automatica? Se sì, perché non c’è stata questa applicazione automatica – fatte salve espresse rinunce come quelle da noi formulate – e di chi la responsabilità? E ancora: quelle cifre, ancorché minime, andavano messe a bilancio? Cosa succederebbe ora se tutti i consiglieri che ne hanno titolo richiedessero simultaneamente rimborsi presenti e, laddove possibile, arretrati? In quel caso si parlerebbe probabilmente di alcune migliaia di euro complessive: da dove si otterrebbero? E soprattutto: se si tratta, come siamo propensi a credere, di “inerzia” amministrativa, è possibile stigmatizzare il comportamento di uffici, per lo meno disattenti? Dirigenti – quelli sì lautamente retribuiti – se sbagliano devono rispondere, proprio come accade alla classe politica, delle proprie mancanze. Se necessario attraverso la non corresponsione dei premi di produttività, con risparmi ben più consistenti per la spesa pubblica. Siamo sensibili alle difficoltà economiche del momento presente – e come gli altri cittadini le subiamo, essendo quello del consigliere comunale un onore e un onere che non produce alcun “vivere di politica” -, capiamo l’inopportunità di richieste che, benché previste dalla legge, potrebbero apparire come assurdi privilegi. Vogliamo però fare chiarezza su una questione che ha creato solo confusione ed inutili sospetti, gettando – senza reale motivo – ulteriore discredito sulla politica. Noi non volevamo, non vogliamo e non vorremo in futuro alcun “rimborso-benzina”. Ma crediamo sia il caso di capire se ci sono state forme d’“inerzia” e a chi sono eventualmente attribuibili. Se non altro il Comune, oltre a risparmiare sui buoni -benzina, risparmiera anche sui premi dei dirigenti.

 



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