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Rimettendosi dopo il Salone del Libro – Un gran viaggio a due voci.

Creato il 20 maggio 2013 da Loredana Gasparri

Rimettendosi dopo il Salone del Libro – Un gran viaggio a due voci.

Kansas City Library, Missouri

...e rieccoci. Il Salone del Libro è ancora in corso, oggi è la giornata di chiusura. Io e Marzia siamo andate giovedì, alla prima giornata, riuscendo ad entrare anche leggermente in anticipo, sotto una pioggia battente che non ci ha risparmiato minimamente. Passati i cavilli (Marzia, qui sotto, spiegherà meglio), ecco la soglia ambita. Un paio di passi, munite di piantina, ed ecco il regno dei libri pronto per essere scoperto, approcciato, annusato, guardato, amato, letto, e anche contestato. Un po’, non troppo. Soprattutto quando di un autore portano tutti i titoli tranne quello che stai cercando tu. Oppure quando erigono piramidi di Cheope dell’ultima uscita dello scrittore americano Marrone, e tu ti trovi a girarci attorno cercando di imitare Catherine Zeta-Jones in Entrapment, mentre evitava in acrobazia i raggi ultrarossi intorno alla pietra preziosa che voleva rubare. In questo caso, vuoi evitare di far crollare l’opera attirandoti l’ira funesta e anche giusta, di chi si è prodigato a erigerla, oltre che lo scherno imperituro degli astanti di TUTTI i padiglioni del Salone. :-) Piccolo consiglio tecnico-strutturale: allargate, di poco, gli stand! O riducete le ambizioni dei costruttori di piramidi... A parte i piccoli intoppi, ma che spettacolo è stato poter girare di nuovo in quello spazio farcito di libri di ogni genere, taglia e provenienza. Erano diversi anni che non andavo più al Salone: le ultime visite, una decina d’anni fa, erano state fatte per lavoro, come addetti ai lavori, e non sono state molto piacevoli. La visita di quest’anno ha riportato le cose nella giusta prospettiva. Girare tranquillamente tra gli stand, dentro gli stand, ammirando e gustando i libri, non come blogger, ma come lettrice furiosa in cerca di un contatto. Ho incontrato Valentina di Bellezza Rara, e mi ha fatto parecchio piacere vederla di persona, aggiungendo questo piacere a quello di leggerla regolarmente. Mi è dispiaciuto un po’ non poter incontrare le altre book blogger che ho imparato a conoscere digitalmente, ma non demordo: l’appuntamento sarà rimandato alle prossime edizioni del Salone.
I libri. Tonnellate di carta profumata di parola stampata. Mari di copertine glam, ammiccanti, serie, cupe, sfavillanti, da “divisa”, anonime, divertenti, angoscianti, vuote, colorate, attraenti, divertenti. Potremmo far seguire tutto il corredo di aggettivi riportato nel dizionario. E sotto quei lembi di carta variegata, tutti progetti grafici prodotto di menti in fermento, le voci dei libri. Nemmeno uno di quei pacchetti di fogli rilegati taceva. Forse poteva parlare con un tono di voce poco alto, oppure i tappi di cera alla Ulisse che mi ero infilata metaforicamente facevano il loro dovere egregiamente. Non potevo andare in bancarotta, per quanto sarebbe stato anche per una giusta causa, ma mi ero ripromessa di adottare solo qualcuno di quei libri, da aggiungere al mio tavolinetto da lettura che si sta già aprendo sotto il peso della cultura. Per questo motivo, ho ascoltato con pazienza e selezione, avvicinandomi agli stand, lasciando scorrere mani e occhi su quelle sirene e sirenette di carta. Qualche filo conduttore saltava agli occhi: ancora vampiri, più o meno innamorati o discinti, variazioni sul tema Jane Austen e suoi personaggi, cupcakes e cucina (non solo Cracco e il suo scalogno da figo), qualche zombie, pur se timido, un sacco di giardini, più o meno metaforici, librai e biblioteche di diverso tipo: a Kabul, a New York, di libri persi, maledetti, oscuri, aperti, ecc. Qualche drago e draghetto, mai abbastanza per i miei gusti personali.
Dopo un paio di giri, mi sono decisa a fermarmi di fronte ad uno stand di una casa editrice che non conoscevo, La vita felice: quella con i libri? Sicuro che lo è. Ho aperto una delle sue creature, e in copertina leggo: “Credo che se i libri hanno un loro destino, questo destino, ora più che mai è prossimo a compiersi, il libro stampato sta per scomparire...Dopo di noi...la fine dei libri!” Oh, sì, certo. Poche righe più avanti, leggo l’anno in cui sarebbe stata pronunciata questa profezia delirante...1894. Mi aspettavo la solita tirata tecnologica a favore dello strapotere dell’e-book in fieri, e invece...sono scoppiata a ridere. E se un libro mi fa ridere, soprattutto se NON è comico, deve entrare in casa mia. E nel mio blog. Jane Austen (una serie di lettere piene di spunti per i suoi romanzi) e Matsuo Basho completano la triade. Queste sono le voci che mi piace cogliere, soprattutto, nel Mare Magnum di un Salone come questo, o di una “semplice” libreria: quelle voci sottili che suggeriscono un’altra visione delle cose, un rovesciamento, un completamento, una contestazione, persino.
Di tutti i pensieri e le sensazioni che mi sono entrati dentro, pochi sono quelli realmente usciti in questo post. Avrò ancora tempo a dar loro la parola, in altre occasioni...ora lascio l’intervento a Marzia.
Lo gnomo sulla torpedo blu ha colpito ancora!
Omammamia che fatica! Be’, una splendida fatica, peccato per la pioggia che ha rovinato il nostro arrivo. Una lettrice furiosa (anzi, due in un colpo solo!) non si lascia scoraggiare dal freddo becco, né dall’umidità, né – tantomeno – dalla coda all’ingresso. Ammetto che almeno in queste occasioni la sedia a rotelle ha qualche vantaggio: gli addetti ai lavori ci hanno lasciato passare dal loro ingresso e quasi prima dell’orario di apertura. Grazie mille a tutti: pioveva a dirotto! Per anni ho percorso sistematicamente le file seguendo rigorosamente l’alfabeto, liste (con case editrici, titoli, autori e numero dello stand) alla mano. Questa volta abbiamo pensato: “e se ci dedicassimo subito agli economici ed alle due novità che ci interessano prima che arrivi l’ondata?”. Ottima idea: tanti piedi salvati e più tempo per visitare altri editori “in libertà”. A proposito: infilo qua un saluto per Valentina Bellezza Rara. Leggo sempre i suoi post, ma amo quelli che parlano di Torino e del suo cielo. Confesso che sono molto di parte: adoro la mia città! Credo ci siano altri blog che parlano del salone, degli incontri, le conferenze, gli espositori… Ma io considero un libro un “viaggio personale”. Detesto gli imbonitori. Capisco la crisi, ma non sopporto chi mi ferma e mi strombazza nelle orecchie lodi sperticate su questo o quel libro. Soprattutto dopo il mio avviso: il libro mi deve “parlare”. Eh, sì. Il salone è un’esplosione sensoriale: sono coinvolta a tutti i livelli. Devo toccare, annusare, sfogliare, ascoltare e rispondere. Ero tanto presa dai libri che per poco facevo stramazzare al suolo Loredana: aveva fame! Forse sono più furiosa di lei: dopo un caffè per svegliare Neurino-Mio, avevo occhi e orecchie solo per i libri. Ed il profumo di cibo verso mezzogiorno (si va dal lezzo caramelloso di qualche dolciume al tanfo di fritto di non so che altro) confonde l’aroma della carta stampata. Ogni libro ha un suo profumo, sapete? Proprio come le persone (ok, allora è meglio parlare di “odore personale”). Ogni “odore” attrae o respinge. Titoli allettanti. Odori variegati. Soprattutto prima di mezzogiorno. Alcuni “3x2” decisamente interessanti. Stands colorati ed accattivanti – “Vuoi non dare almeno un’occhiata? Anche l’occhio vuole la sua parte!” Piccoli banchi “di nicchia” (troppo di nicchia perfino per me!). Parecchio materiale dedicato a Jane Austen: bravi, adoro zia Jane! Sto aspettando che esca in Italia l’ultimo di Stephanie Barron e quest’anno il salone mi ha deluso: non c’è ancora. In compenso ho trovato altro “materiale austeniano”, forse ha a che vedere con un compleanno del celebre “Orgoglio e Pregiudizio”. Stupendo, ma preferisco “Persuasione” (de gustibus…). Insomma: sono tornata a casa con almeno una quindicina di libri. Da un serissimo “Solo Dio può essere ateo” al titolo da spiaggia come “Colazione da Darcy”; dal romanzo pseudo-storico “La storia di una bottega” al frivolo “Giardino delle spezie segrete”; dai truci “Morte senza fine” o “L’estate dei morti viventi” al meditativo “Traducendo Hannah” – a proposito: un saluto a Schulim della Giuntina: è sempre un piacere scambiare pareri sui libri, purtroppo sono arrivata al suo stand quasi a fine giro ed ero abbastanza “lessa”… Che altro potrei aggiungere? Andate, passeggiate fra i libri, ascoltateli, annusateli, scambiate due chiacchiere con loro! Dimenticavo: la mia annosa controversia con “Il Signore degli Anelli” è risolutivamente conclusa. Ho portato a casa il volume unico, un bel “tomone ciccio” di cui ho già notato una revisione nella traduzione.

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