13 gennaio 2014 di lelemastroleo
Rocco Forgione
…rimetti in tasca il pugno, raccogli da terra il sangue,
chiudi l’uscio della casa paterna e vieni tra i tuoi sogni.
Piove come fosse notte, sulla selva delle rondini,
mentre il volo della gazza si confonde alle parole,
e plana triste, su un grido di bimbo lontano.
Fuori il cielo si scolora, tra le voci di un brigante
passato lungo gli argini di un fiume antico,
lento ed inesorabile come qualunque inverno.
Piove tra i muri a secco della vecchia pagliara
dove tremante di mani e di sguardi
baciasti quell’ulivo che aveva stupendi occhi verdi.
Lì, dove ti rimase tra le dita quel sapore di donna
quell’odore di vita e di umida terra rossa,
quello che senti tornare le notti
mentre accendi il sigaro tra le labbra,
di polvere e ricordi masticati e scordati,
come un vecchio quadro in soffitta.
…riponi in tasca il pugno, getta il sasso tra gli scogli
clandestino oramai dei tuoi stessi passi,
rimetti l’ora al tuo ritorno
e conta gli alberi che dal giardino di casa tua portano al mare,
confondi il volo di una rondine persa in cielo con il vento,
o un aquilone tra le tue mani di bimbo,
quello che vorresti questa notte e non trovi le parole…