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RIMINI. Molti i pavesi presenti tra i volontari al Meeting di Rimini. Ospiti anche Mario Melazzini e Andrea Moro

Creato il 26 agosto 2015 da Agipapress
RIMINI. Molti i pavesi presenti tra i volontari al Meeting di Rimini. Ospiti anche Mario Melazzini e Andrea Moro RIMINI. Si è concluso oggi, con gli ultimi incontri e il concerto dei Miami and The Groovers, il 36°Meeting per l’amicizia tra i Popoli di Rimini. Un’edizione, quella 2015, che ha visto ancora una volta protagonisti diversi pavesi. Alcune decine sono stati tra gli oltre 2.000 volontari che hanno reso possibile l’evento, come guide alle mostre, parcheggiatori, addetti alla ristorazione e alle pulizie. Dalla provincia di Pavia è poi arrivato uno dei cori alpini, “I cicioi” che si è esibito (sabato 22 agosto) nell’ambito della mostra sui 100 anni dalla Prima guerra mondiale: “Un cuore più grande della guerra. La Grande Guerra raccontata dai canti del popolo soldato”. Tutti uomini e volontari, di ogni età e professione (medici, studenti, ricercatori,etc.), “I cicioi” hanno interpretato con le loro voci il grido di umanità che scuoteva ogni soldato, pur di fronte alle atrocità del conflitto. Nel convegno di oggi “L’ultima parola non è la parola fine, ma la parola bene: esperienza della malattia” è intervenuto invece Mario Melazzini, medico e malato di SLA, oltre che assessore alle attività produttive di Regione Lombardia. RIMINI. Molti i pavesi presenti tra i volontari al Meeting di Rimini. Ospiti anche Mario Melazzini e Andrea MoroUna testimonianza, la sua, forte e toccante:“Quando si è colpiti da una malattia, qualunque essa sia, ma soprattutto se grave e invalidante, a prima vista pare impossibile, se non insensato, coniugarla con il concetto di salute. A volte, però, può succedere che una malattia che mortifica e limita il corpo, anche in maniera molto evidente, possa rappresentare una vera e propria medicina per chi deve forzatamente convivere con essa senza la possibilità di alternative. Perché la malattia può davvero disegnare, nel bene e nel male, una linea incancellabile nel percorso di vita di una persona. O, ancora meglio, edificare una serie di Colonne d’Ercole superate le quali ci è impossibile tornare indietro ma se lo si vuole, ci è ancora consentito di guardare avanti. È possibile pensare a ciò che è possibile fare piuttosto che a quello cui non si è più in grado di ottemperare. Se si ragiona in questi termini, la malattia può davvero diventare una forma di salute e per permettere a chiunque di compiere azioni impensabili. E ammettere che anche se oggi non posso bere un bicchiere d'acqua, io sono felice”. Importante anche la presenza del professor Andrea Moro, neurolinguista e direttore del Centro di ricerca Ne.T.S. dello IUSS di Pavia, all’interno dell’incontro “Stupirsi di fatti semplici: il linguaggio dell’uomo e i limiti della comprensione” Incontro al quale è intervenuto, in collegamento video anche Noam Chomsky, professore emerito di Linguistica al MIT (Massachusetts Institute of Technology, Boston).
 di Filippo Cavazza

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