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"L'italia tutta intera può invidiare a Rimini l'onore di possedere i resti del filosofo greco che riposa nel terzo sarcofago di San Francesco".( Charles Yriarte) Il filosofo è Giorgio Gemisto Pletone, arrivato in italia per tentare l' unificazione delle chiese orientali ed occidentali. Il tentativo il cui culmine è il Concilio di Ferrara/Firenze fallirà miseramente e Pletone verrà dimenticato, ma la sua missione avrà un risvolto proprio a Rimini, dove egli riposa nel Tempio in cui è srotolata con una coperta di simboli la sua filosofia. La sua filosofia si basa sulla spiritualità platonica, prolungamento di quella di Zoroastro,questa sarebbe in grado di favorire il superamento delle controversie religiose, come quelle emerse all'interno del cristianesimo e tra cristianesimo e islam, e di fondare la pace universale (aspirazione che sarà ripresa da Marsilio Ficino e che sarà rielaborata da Pico della Mirandola). Tutto questo dovrebbe avvenire anche grazie alla religiosità pagano/ellenica. Rivisitata secondo una prospettiva che accomuna esplicitamente il progetto di Pletone a quello precedente di Giuliano Imperatore: non è un caso che in questo contesto anche gli scritti di Giuliano trovino nuova fortuna, e specialmente il suo Inno al Sole. Giuliano ( 336/363) individua nell’ormai affermatosi cristianesimo una delle cause principali della decadenza dell’Impero sotto molti punti di vista, inclusi quello economico e sociale: trova infatti riprovevole che una setta giudaica, emarginata dagli stessi giudei, si arroghi il diritto di disprezzare la cultura atavica, fautrice dell’unità del mondo classico e responsabile del buon funzionamento dell’Impero: la nuova religione ha permesso a Costantino e ai suoi discendenti di legittimare i loro omicidi, ha destabilizzato la classe aristocratica con la sua predicazione di povertà e ha introdotto il terrore e il senso di colpa nella vita quotidiana. Giuliano è però consapevole che l’antica religione non potrà tornare a prevalere, ma dovrà essere inglobata nella gerarchia cristiana, l'antica religione si basa sulla Dea Madre e sul Sole Invictus. A Cirillo, mandante dell’omicidio di Ipazia, dobbiamo anche l’epiteto di Apostata con cui Giuliano passò alla storia.Presso la chiesa monofisita ( Teodora era legata a questo credo) Mercurio, l'assassino di Giuliano è considerato un santo. Pletone seguace di Giuliano, a Mistra, dove viveva, aveva già promosso la restaurazione degli antichi dei. Nel citato Trattato sulle leggi, Gemisto recupera e riadatta vari inni, preghiere e riti solari, precisandone i significati metafisici, capaci di trascendere le limitazioni delle religioni positive, alimentando una vasta letteratura "solare" nel corso dell'età umanistico-rinascimentale. Purtroppo le Leggivennero "in gran parte distrutte dall'odio teologico" (E. Garin), su istigazione del teologo Gennadio, nemico di Pletone. Sono rimasti vari frammenti, dai quali è possibile ricostruire le linee generali del grandioso programma di riforma politico-spirituale, in favore del quale Pletone operò durante tutta la sua lunga vita, morendo quasi centenario. Pletone è alla base delle utopie rinascimentali, che cercavano di immaginare un mondo perfetto sotto il dominio del sapere. Un sapere però occulto, riservato agli iniziati di una nuova religione che avrebbe armonizzato nella pace universale cristianesimo e islam, divinità dell'Olimpo, della Persia e dell'India, le filosofie di Platone e quelle di Pitagora. Appare del tutto probabile che Sigismondo sia stato uno dei primi "iniziati". Tanto da avere l'inaudita audacia di rivestire una chiesa cristiana, San Francesco, ( il tempio Malatestiano di Rimini) con un involucro che a metà '400 apparve a tutti pagano e sacrilego. Nei bassorilievi dove i pianeti e le muse sostituiscono i santi, sono in molti a leggere le visioni del filosofo greco. O meglio, sono in pochi. Perché la lapide in greco che sul fianco del Tempio ricorda la sepoltura del filosofo rimase oscura ai più. Solo alcuni sapienti Marsilio Ficino, Pico della Mirandola approfondirono quegli insegnamenti. E poi furono gli occultisti e infine la massoneria a custodirne gelosamente l'arcano ricordo. Qualcuno pensò che Pletone, in realtà, si diede il compito di trasferire l'eredità di misteri millenari che risalivano ad Eleusi e Orfeo. Gli stessi misteri con cui forse erano venuti a contatto i Templari. E ancora oggi si vocifera di misteriosi personaggi che di notte si aggirano nei pressi del sarcofago dimenticato. Sicuramente a Rimini, Pletone fu fautore di un legame dinastico fra occidente ed oriente , una discendente di Pandolfo Malatesta: Cleofa salirà al trono della terza Roma il trono della nascente grande Russia. La translatioimperii di Bisanzio nella terza Roma dell'impero russo, mediante il sangue di Zoe Paleologina (futura Sofija "raina de Rossia" e nipote di Cleofa), sposa del "nuovo Costantino" lo zar Ivan III. I turchi avevano conquistato la seconda Roma (Costantinopoli), ma una nuova dinastia, unione di oriente e occidente avrebbe dato vita ad un nuovo impero che durerà sino alla Rivoluzione d' ottobre del 1917.
Immagine: interno Tempio Malatestiano
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