Spenti i riflettori sui mille eventi estivi, mandata in archivio l’ennesima, soddisfacente, stagione balneare, la città di Rimini si è tuffata nella sobria atmosfera del Festival Francescano: una manifestazione nata del 2009, giunta ormai alla sua quinta edizione e trasferitasi nel capoluogo romagnolo dopo tre anni trascorsi a Reggio Emilia. Il Festival ha in Rimini, curiosamente, una sede appropriatissima: nel 1213 San Francesco passò dalla Valmarecchia, nell’entroterra riminese, e del suo passaggio la tradizione conserva numerose tracce: dal “letto di San Francesco” a Sestino, nell’immediato confine aretino, a Sant’Igne, in cui ha sede un magnifico convento francescano; da Villa Verucchio, con l’antico cipresso di Francesco, a San Leo, borgo medievale in cui il conte Orlando di Chiusi donò al Santo il Monte della Verna, divenuto vero cuore del culto francescano. Un ottocentesimo anniversario festeggiato con l’edizione dedicata al cammino; tema sviluppato in tutti i suoi aspetti e perfettamente rappresentato dai tanti francescani giunti in Romagna. Una tre giorni di preghiera, principalmente, con un gradito Spazio Spiritualità per dialoghi con i religiosi, ma anche laboratori per ragazzi, mercatini, conferenze, impreziosita dalla presenza del giornalista Gian Antonio Stella, del politico Margherita Boniver, dell’ironica conduttrice Syusy Blady. Un festival che ha avuto, tra i momenti più attesi, il concerto del Francesco più amato della musica italiana: il “principe” De Gregori, giunto in Romagna a presentare Sulla strada, ventesimo album della carriera, perfettamente in tema, peraltro, col cartellone della manifestazione.
Un lavoro, giudicato dalla critica tra i suoi migliori del decennio, ispirato dalla lettura dell’omonimo libro di Kerouac, che ha regalato al cantautore un disco d’oro e una nuova giovinezza. Sensazione di vitalità percepita dal pubblico riminese sin dalle prime battute, dedicate alle novelle Sulla strada, Passo d’uomo, Guarda che non sono io. Traccia quest’ultima realizzata con la collaborazione di Nicola Piovani, che ha firmato gli archi e diretto l’orchestra, accompagnando De Gregori in una performance-evento (lo scorso maggio a Reggello) che potrebbe anche essere il preludio di una futura tournée insieme dei due artisti; firma a cui si aggiunge quella di Malika Ayane, presente nell’album con splendidi cori. Poi, dopo le novità, l’apertura della gioielleria, per citare lo stesso cantante. Una galoppata che ha percorso 40 anni di musica italiana e capolavori quali Titanic, Alice, Il bandito e il campione, Santa Lucia, Atlantide, Niente da capire, Vai in Africa Celestino!, Caterina, tutte riarrangiate e suonate con una nutrita band impreziosita da una bella sezione fiati. Poche parole, come d’abitudine, una breve puntata su temi politici e sociali con Viva l’Italia, La storia, Generale, una canzone di pace, contrapposta alla bellissima Il panorama di Betlemme, brano che affronta il tema della guerra, reso pregevole dall’esecuzione, al violino, di Elena Cirillo.
Ancora un passaggio dall’ultimo album, con Belle époque, brano che racconta la notte brava di un soldato, a cavallo tra Ottocento e Novecento tra donne, vino e trasgressioni, ed infine gli attesi bis de La donna cannone e Rimmel. E chiusura dedicata ad una geniale, interminabile, esecuzione di Buonanotte fiorellino, proposta dapprima con la lentezza di un valzer, in seguito ritmata e coinvolgente; dedica finale al pubblico di Rimini con la nuova Falso movimento: «Non l’ho scritta per voi, ma è come se lo avessi fatto… come sono contento!». Un Principe grintoso e divertito, a dispetto della proverbiale timidezza ed antipatia, perfettamente a suo agio nel rapporto con un pubblico fedele, che ha atteso quattro anni prima di riabbracciarlo. La degna conclusione di una rassegna che ha portato a Rimini, in un weekend autunnale, ben 30.000 presenze e che ha già rinnovato l’appuntamento anche per il 2014: il Festival Francescano sarà dedicato al tema della letizia.