Ancora una volta Berlusconi ha scelto con cura i suoi ministri: con un rimpasto indegno di nota, ha nominato nuovo ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, coinvolto in appena due inchieste giudiziarie: la prima per concorso in associazione mafiosa, l’altra “soltanto” per corruzione aggravata dall’avere agevolato la mafia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo aver preso atto dell’ennesima porcheria del governo ha espresso perplessità. Intanto anche dalla Puglia le istituzioni fanno a gara per complimentarsi con il neo ministro.
Berlusconi, intanto, ha risolto uno dei suoi grattacapi: quello di accontentare i malumori del gruppo dei Responsabili, cioè dei deputati che lo sostengono alla Camera dopo la fuoriuscita dei finiani dalla maggioranza. E così, con la bacchetta magica del potere, l’ex Udc Saverio Romano da oggi è il nuovo ministro dell’Agricoltura. Prende il posto di Giancarlo Galan che dall’Agricoltura siederà sulla poltrona di Sandro Bondi dimessosi oggi dopo essere stato giudicato il responsabile del crollo di Pompei. Ora si corre il rischio che Galan scambi i carciofi con i Giralosi di Van Gogh, ma non ci stiamo a preoccupare troppo.
Intanto il presidente della Repubblica ha espresso ”riserve” sull’opportunita’ politico-istituzionale di nominare Saverio Romano e ha auspicato che sia fatta presto chiarezza ”sull’effettiva posizione del ministro”. Il Quirinale ha accompagnato con una nota il comunicato ufficiale della firma del decreto di nomina di Francesco Saverio Romano a ministro dell’Agricoltura (insieme al decreto che nomina Giancarlo Galan ai Beni Culturali).
Dal momento in cui e’ stata prospettata la nomina di Romano a ministro dell’agricoltura, il Presidente della Repubblica ”ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni. Essendo risultato – spiega ancora la nota – che il giudice per le indagini preliminari non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo e che sono previste sue decisioni nelle prossime settimane, il Capo dello Stato ha espresso riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunita’ politico-istituzionale”.
Dopo la formalizzazione della proposta di nomina da parte del presidente del Consiglio ”il Presidente della Repubblica – conclude la nota – ha proceduto alla nomina non ravvisando impedimenti giuridico-formali che ne giustificassero un diniego. Egli ha allo stesso tempo auspicato che gli sviluppi del procedimento chiariscano al piu’ presto l’effettiva posizione del ministro”.
Il povero Romano si è quasi offeso e, ”amereggiato” ma anche ”sorpreso” per la nota diffusa dal Quirinale, spiega ai cronisti di ”non essere neppure imputato”, e quindi di non essere quindi coinvolto in procedimenti giudiziari ancora aperti.
Pertanto, Romano ipotizza una ”confusione” da parte dell’ufficio stampa del Colle, visto che Giorgio Napolitano – spiega il ministro – ”non pensa quello che e’ stato scritto”. ”Io – conclude – sono con la coscienza a posto”.
In Puglia, intanto, si stappano bottiglie di primitivo di Manduria: l’assessore all’Agricoltura del tacco d’Italia nonché coordinatore nazionale degli assessori all’Agricoltura d’Italia, Dario Stefano, invia ”un messaggio di augurio” ed ”esprime a titolo personale e a nome di tutti i colleghi assessori regionali all’agricoltura i miei auguri di buon lavoro al nuovo ministro alle Politiche agricole, Francesco Saverio Romano, al quale non posso che sottolineare la necessità che si recuperi un rapporto concreto con le Regioni, in prima linea nei rispettivi territori sul fronte agricolo, poiché delegate dalla Costituzione ad assolvere funzioni fondamentali in materia agricola”. “Noi non possiamo che confermare – continua l’assessore pugliese – la massima collaborazione istituzionale delle Regioni, nella consapevolezza che le questioni aperte sono tante e che altrettanto numerose sono le sfide che attendono il comparto agricolo. L’auspicio è che si apra finalmente una fase di collaborazione reale tra Stato e Regioni che possa consentire di iniziare a dare le risposte che il mondo agricolo da tempo aspetta e di restituire alla posizione italiana in ambito europeo l’autorevolezza che ci compete”.
Si sprecano le chiacchiere anche del presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Giuseppe Castiglione, che “a nome delle Province italiane porge al nuovo ministro della Cultura Giancarlo Galan e al nuovo ministro dell’Agricoltura Saverio Romano i migliori auguri di buon lavoro”. ”Mi auguro che presto – dice – sarà possibile realizzare un incontro formale con i due Ministri, che dovranno occuparsi di tematiche molto importante per il Paese e particolarmente legate allo sviluppo dei territori quali la cultura e l’agricoltura”. “Tematiche – prosegue il presidente Castiglione – su cui le Province sono impegnate in prima linea e su cui con i ministri Galan e Romano sono certo si potrà avviare un dialogo costruttivo, perché strategiche per la vita sociale e per la ripresa economica dell’Italia”.
Insomma, pur di avere un “finto” punto di riferimento al governo si accontenterebbero pure di Michele Misseri.