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Ringraziamento: alleanza per il territorio

Creato il 16 novembre 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Un'alleanza virtuosa tra contadini, allevatori, lavoratori dell'agroalimentare e consumatori per combattere lo strapotere delle grandi multinazionali che si accaparrano enormi quantità di suolo, sfruttano i lavoratori e inquinano il territorio. Ma anche un appello alla politica, affinché aiuti i giovani a riavvicinarsi alla terra riappropriandosi della propria cultura e delle proprie radici. E' l'appello che giunge della 65ª Giornata nazionale del ringraziamento che si è tenuta a Cagliari.

Ringraziamento: alleanza per il territorio
Il suolo, bene comune, tema della giornata del ringraziamento organizzata dall'Ufficio Nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro in collaborazione con le associazioni di ispirazione cristiana che operano nel mondo rurale (Coldiretti, Acli Terra, Fai Cisl, Feder.Agri-Mcl, Ugc Cisl) - ha permesso un'interessante riflessione sulla salvaguardia del nostro pianeta in linea con la lettera enciclica Laudato Sì di Papa Francesco che obbliga tutti, credenti e non, a mettersi in gioco per la tutela dell'ambiente.

" Il Creato è al servizio dell'uomo e l'uomo ha il dovere di custodirlo", ha detto l'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio prima di chiedere un minuto di raccoglimento per le vittime di Parigi.

Inevitabilmente la strage di venerdì scorso ha fortemente condizionato lo svolgimento della 65ª Giornata del ringraziamento anche perché - è emerso tante volte durante la due giorni cagliaritana - l'amore e la cura del suolo sono strettamente collegati agli avvenimenti internazionali e sono in grado diffondere un messaggio di pace e di fratellanza.

" Chi compie atti di questo genere non si sente parte di un mondo comune - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Elisabetta Falchi -: solo con la capacità di amare la nostra terra possiamo combattere la violenza e l'odio. L'integrazione e le politiche di accoglienza possono aiutare a combattere questi fenomeni. Sotto questo profilo il mondo agricolo può offrire molto ".

Il messaggio della Giornata del Ringraziamento

Più contadini e meno ingegneri. E' stato questo il tormentone della due giorni cagliaritana. Come dire che il suolo ha bisogno di essere amato e curato, non sfruttato estensivamente e consumato come invece sta facendo l'economia della globalizzazione.

Sintomatiche sono state le sfide lanciate dalla Conferenza episcopale italiana per la sessantacinquesima edizione della Giornata del ringraziamento che, nata nel 1951 per iniziativa della Coldiretti, viene celebrata ogni anno nella seconda domenica di novembre come ringraziamento dell'annata agricola: custodire la fertilità del suolo, rispettare le destinazioni d'uso della terra, arginare il land grabbing - cioè le speculazioni e l'accumulo di terra da parte di chi ha maggiori disponibilità economiche - e pari opportunità nell'accesso alla terra e alle risorse ittiche e forestali.

" Temi concretissimi - ha sottolineato, illustrando il messaggio dei vescovi, Mons. Fabiano Longoni, Direttore dell'Ufficio Nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro - : la grande sfida - ha detto - è quella di evitare gli espropri agli agricoltori e di salvaguardare la destinazione d'uso della terra. Sono sempre più necessarie delle riforme che favoriscano il ritorno alla terra dei giovani ".

Ringraziamento: alleanza per il territorio
Proprio quella del ritorno dei giovani alle campagne è stata una delle note più positive della Giornata del ringraziamento: stando ai dati della Coldiretti, negli ultimi anni in Italia ben 70mila giovani sotto i 35 anni hanno infatti deciso di ritornare al lavoro dei campi, non per soldi - è stato detto - ma come vera e propria scelta di vita.

Ma se in Italia (e anche in Sardegna) l'agricoltura pare finalmente ritorni ad avere una posizione centrale, gli avvenimenti internazionali non permettono di distogliere lo sguardo da quanto sta succedendo nel resto del mondo dove 39 milioni di ettari di suolo, soprattutto nelle zone più povere del pianeta, sono stati sottratti ai contadini dalle grandi multinazionali (altri 17-18 milioni di ettari sono destinati ad essere requisiti).

USA, Canada, Regno Unito, Arabia Saudita (ma anche, seppure in piccola parte, l'Italia) sono i principali attori del devastante fenomeno del land grabbing, ovvero la pratica degli speculatori di accumulare terreni che vengono sottratti all'uso agricolo contro la volontà delle popolazioni residenti, alle quali invece servirebbero per potersi sfamare. Nel Terzo millennio, da bene comune che gli agricoltori devono amare, curare e far fruttare in modo naturale, il suolo si è infatti sempre più trasformato in un oggetto di speculazione finanziaria.

Come ha spiegato in modo efficace il professor Simone Vieri, docente dell'Università La Sapienza di Roma, le bolle speculative hanno scatenato negli ultimi anni una corsa folle agli investimenti sulla terra e sulle materie prime agricole. In pratica, soprattutto in Africa e nelle altre zone meno sviluppate dove è stato acquisito addirittura il 45% delle terre coltivabili, quello in agricoltura è uno tra gli investimenti più appetibili per i fondi pensione, i fondi sanitari e quelli assicurativi. Il risultato è una devastazione totale, perché la maggior parte di questi terreni viene sottratta all'uso agricolo creando povertà e desolazione.

" Non si può investire nel suolo con prospettive di profitto - ha spiegato il docente universitario -: l'economia non si ottiene con le logiche finanziarie, ma con una maggiore cura per i territori. Ma purtroppo siamo molto lontani da questa consapevolezza ".

Un esempio sotto gli occhi di tutti è lo stato del suolo italiano, in cui negli ultimi cinquant'anni l'erosione e il dissesto idrogeologico hanno completamente distrutto 10 milioni di ettari, pari al 30% dell' intero territorio: il 57% delle aziende agricole, che dovrebbero essere garanti della bellezza e della sicurezza del suolo, sono state completamente spazzate via.

Nonostante ciò, ha spiegato il prof Vieri, anche nell'erogazione dei contributi pubblici non c'è alcuna lungimiranza e non si prevede il finanziamento di opere che guardino alla prevenzione e alla conservazione del suolo attraverso l'agricoltura, l'unico presidio attivo del territorio.

Ringraziamento: alleanza per il territorio
Più contadini e meno ingegneri, è stato dunque il refrain di questa edizione della Giornata nazionale del ringraziamento. Ma anche meno speculazioni è più coesione sociale. Michele Zanicchi, numero uno di Acli terra, ha sottolineato la necessità strategica di un vero e proprio welfare rurale che favorisca il ritorno dalla cura del suolo. " Bisogna proteggere e progettare la terra per creare coesione sociale", ha detto, auspicando " un nuovo modello di sviluppo che riparta dalla famiglia, dalla cura delle nostre radici e della nostra storia".

D'altronde, è emerso tante volte durante la due giorni di ringraziamento, il grande problema del mondo è oggi soprattutto l'accesso al cibo. Roberto Moncalvo, presidente nazionale della Coldiretti, ha ricordato quanto è emerso dall'Expo di Milano: nel mondo viene sprecato addirittura 1/3 del cibo prodotto. In parole povere l'agricoltura mondiale produce una quantità di cibo sufficiente per sfamare 12 miliardi di persone, cioè la popolazione che sarà raggiunta (così ci dicono) nel 2050. " Expo ci ha messo davanti ai grandi paradossi del cibo - ha detto Moncalvo -. Ad un mondo in cui si muore di fame, ma anche per obesità e mala nutrizione. Il vero problema non è, come ci vogliono far credere, quello della produzione ma dell'accesso al cibo per tutti e della cura e rispetto del suolo ".

L'appello di Coldiretti ai consumatori

Per questo motivo dalla 65ª Giornata nazionale del ringraziamento di Cagliari è partito un appello: quello a fare un lavoro di squadra tra contadini, allevatori, lavoratori dell'agroalimentare e consumatori per affermare un'agricoltura sostenibile e di qualità che rispetta il suolo e le persone. Lo ha lanciato la Coldiretti, sottolineando la necessità di superare l' agricoltura "della potenza", che si basa sulla iperproduzione e sullo sfruttamento indiscriminato della terra e delle persone dando più spazio all' agricoltura "del limite" - quella praticata dalla maggior parte degli agricoltori e allevatori italiani - che, invece, si pone limiti e vincoli, sociali, ambientali ed etici. L'appello è stato accolto, seppure con qualche distinguo, anche da Claudio Risso, segretario della Fai Cisl, uno dei sindacati più attivi nel difendere i lavoratori del settore agroalimentare.

L'obiettivo di questa alleanza virtuosa è quello di evitare lotte tra poveri, ma anche contrastare lo strapotere delle multinazionali (l'esempio è quello della Lactalis, contro cui Coldiretti sta portando avanti una battaglia in tutta Italia) che stanno assorbendo il 95% dei marchi storici italiani e ora sostituiscono la materia prima italiana con quella straniera vendendo il loro prodotto come made in Italy.

" Ci opponiamo al modello della potenza e dell'arroganza di un'agricoltura slegata dal territorio che produce un cibo senza origine certa e senza sicurezza e contrapponiamo la nostra agricoltura senza accettare ricatti e mediazioni", ha concluso Moncalvo. " Per sostenere questa agricoltura in sintonia con il suolo non basta solo la politica, ma è necessario un patto sociale ed etico tra agricoltori, allevatori e consumatori: chi compra cibo prodotto dall'agricoltura della potenza avalla quel sistema ".

Ringraziamento: alleanza per il territorio

Alessandro Zorco è nato a Cagliari nel 1966. E' sposato e ha un figlio. Laureato in Giurisprudenza è giornalista professionista dal 2006. Ha lavorato con L'Unione Sarda e con Il Sardegna (Epolis) occupandosi prevalentemente di politica ed economia. E' stato responsabile dell'ufficio stampa dell'Italia dei Valori Sardegna e attualmente è addetto stampa regionale della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Dall'aprile 2013 è vicepresidente regionale dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dal 2014 è nel direttivo del GUS Sardegna.


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