Incentivi sì o incentivi no? All’indomani dell’approvazione della Strategia Energetica Nazionale, non accenna a placarsi la discussione sul mancato rinnovo degli incentivi previsti per il fotovoltaico.
Da parte mia, torno sull’argomento per ribadire il mio punto di vista. Prima di entrare nel merito, ci tengo subito a chiarire un paio di cose.
La prima è che sono un convinto sostenitore delle rinnovabili, e penso che rappresentino una risorsa fondamentale per il futuro energetico non solo dell’Italia, ma del mondo intero.
La seconda è che credo anche che, come qualunque ‘mercato’, anche quello delle FER, possa e debba basarsi su quelle leggi fondamentali che reggono l’economia.
E qui vengo al punto. Da quando si è dato il via agli incentivi ‘solari’, sono stati spesi oltre 6,5 miliardi all’anno per un totale di 130 miliardi. Uno sforzo più che notevole, che ha inciso non poco sulle bollette degli italiani. In compenso l’Italia ha raggiunto i 16 GW di potenza installata (in Europa siamo secondi solo alla Germania) e ha registrato un notevole sviluppo del settore. Un dato senz’altro positivo, ma su cui vale la pena fare un’ulteriore riflessione.
E cioè che a fronte della stessa quantità di incentivi, qualunque settore avrebbe registrato uno sviluppo impetuoso. Non solo, perché tale politica ha anche frenato, e non poco, le altre fonti rinnovabili.
E ora che gli incentivi il fotovoltaico soffre al pari delle altre FER. Ma, ripeto, un mercato vero e non ‘drogato’ può funzionare nel tempo solo se in grado di camminare sulle proprie gambe.
Non a caso, proprio la Germania, considerata la nazione europea più ‘green oriented’, ha annunciato l’abbandono di una serie di progetti ambientali in quanto non sostenibili dal punto di vista economico.
Come dire, che piaccia o no, l’economia (anche quella green) parla sempre la stessa lingua.
[foto da greenme]