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Rinnovabili, nucleare e CCS nel futuro della Gran Bretagna

Creato il 11 giugno 2012 da Pdigirolamo

Rinnovabili, nucleare e CCS nel futuro della Gran BretagnaLa più grande riorganizzazione del settore elettrico dopo quella voluta da Margaret Thatcher nel 1990. L’Energy Bill presentato dal Segretario per l’Energia Ed Davey e ora al vaglio del Parlamento contiene infatti una proposta di radicale riforma del mercato elettrico. Una vera e propria “rivoluzione” che prevede nuove misure per indirizzare risorse e investimenti verso lo sviluppo delle rinnovabili, del nucleare e della CCS.

Secondo i calcoli del Dipartimento per l’Energia, fonti rinnovabili e impianti nucleari andranno a costituire le due fonti primarie di approvvigionamento domestico, mentre il gas, grazie alla sua flessibilità, verrà utilizzato come risorsa strategica di transizione e supporto.

Le centrali alimentate da combustibili fossili dovranno col tempo dotarsi di sistemi di cattura e stoccaggio d anidride carbonica.

 

Quattro le misure principali previste dalla riforma:

- prezzi garantiti per l’acquisto dell’energia prodotta (i cosiddetti “Contract for difference”), variabili a seconda della tecnologia e definiti in sede amministrativa;

- un sistema di regolazione per far fronte alla variabilità di domanda e offerta (“Capacity mechanism”);

- l’introduzione di un prezzo minimo per l’acquisto e vendita dei permessi di anidride carbonica (il “Carbon floor price” del valore di 16 sterline nel 2013 con aumenti scaglionati negli anni);

- uno standard di emissioni per i nuovi impianti pari a un massimo di 450g di CO2 ogni kWh, una soglia che di fatto bandisce la realizzazione di centrali a carbone senza sistema di cattura e stoccaggio.

 

Si tratta, in sostanza, di un intervento piuttosto deciso che attribuisce al governo un notevole margine di intervento sul mercato dell’energia, contribuendo a una trasformazione del rapporto tra Stato e mercato nel settore elettrico tra le più radicali dai tempi delle privatizzazioni del 1990.
Com’era prevedibile, la proposta ha ricevuto accoglienze piuttosto diverse. La stampa più liberista  ha infatti lamentato l’eccessivo potere concesso al settore pubblico, mentre quella progressista  ha salutato l’Energy Bill con grande favore auspicando una presenza ancora maggiore della stato in un settore così importante come quello dell’energia.

 

[foto da theengineer.co.uk]

 



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