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I "giorni della memoria" dovrebbero diventare anche ore, minuti e secondi in cui, sopra tutto, sarebbe necessario capire quanto sia terribilmente vero il detto "ricordare per non dimenticare".
La prima a rinnovarsi dovrebbe essere la memoria della Storia, quella provata "sulla pelle" dalle persone che hanno vissuto certe tragedie.
Ricordi, opinioni e pensieri maturati durante certi momenti dovrebbero diventare il monito migliore per non rivivere certe indefinibili epoche. Il tributo più grande va maturato, secondo dopo secondo, senza spendere troppe parole solo una volta l'anno.
"Vedo il mondo mutarsi in un deserto, partecipo al dolore di migliaia di uomini, eppure quando guardo il cielo penso che questa spietata durezza cesserà." (dal diario di Anna Frank)
Quella spietata durezza dovrà cessare, ogni secondo di più, nel ricordo di quanti ancora camminano su questo mondo per raccontare: "La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza." (Elisa Springer)
Fare il possibile affinchè certi gesti non trovino più linfa vitale per esprimersi, consegnando all'umanità un'altra piccola possibilità in più di miglioramento. La palla passerà, sempre e per sempre, nelle mani di quanti avranno l'onere e l'onore di portare avanti testimonianze tremendamente pesanti come queste.
Sullo sfondo, rimarranno a grande rinforzo citazioni e letterature dall'inequivocabile significato:
"Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi." (Primo Levi, Se questo è un uomo)
Gli uomini passano, la Storia ha il dovere di restare per camminare sulle gambe di quanti vogliono rinnovare, di secondo in secondo, queste pesanti memorie.
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