Nel suo ultimo libro il bravo Marco Valenti non racconta solamente una storia, racconta un pezzo di vita.
RIP narra una vicenda pesante che viene ingigantita da burocrazie altrettanto pesanti arrivando a sfiorare il grottesco se non fosse che, trovandosi di fronte alla drammatica realtà, tale aspetto decade immediatamente lasciando spazio ad un senso di irritazione difficile da smaltire.
In un Paese dove le carte oramai hanno raggiunto le dimensioni di un mare sconfinato, l’alternanza degli incontri con personaggi che vanno dal medico dell’ASL, assolutamente sospettoso verso qualsiasi documento stilato da altri, agli impiegati dell’ufficio nel cimitero del Verano, con il loro straordinario paradosso burocratico, fa molto pensare.
Il libro tratta l’odissea di un figlio che altro non chiede che di dare l’estremo saluto all’amato padre ed invece si trova costretto a trascorrere lunghi mesi in compagnia di ritardi, ricordi, difficoltà, scoperte, incontri e diverse pratiche snervanti.
Un pezzo di vita in questa nostra Italia dove a volte neppure il distacco avviene secondo canoni di semplicità e serenità.
Per fortuna ci sono associazioni che danno una grandissima mano come la Comunità di Sant’Egidio e personaggi come Marco Valenti che ce lo fanno sapere.
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