Il 30 novembre 2013 Paul Walker è morto in un incidente stradale. La sua auto si è schiantata contro un palo. Non c’è stata alcuna possibilità di salvare lui e il conducente della vettura.
La morte è sempre a due facce. Può essere vista in un’ottica tragica, come una indicibile sofferenza oppure considerata come una tappa verso qualcosa di più, di diverso rispetto alla vita. Se non addirittura come una tappa fra tante della vita stessa. Ma si è sempre tristi, ci si chiede se sia giusto o meno, si piange e si soffre perché una persona che ci era cara (e lo sarà sempre, forse anche più di prima) non è più con noi. In molti hanno espresso il loro dolore per la morte di Walker. Fra tutti Vin Diesel, collega sui set della serie “Fast & Furious” e amico fraterno dell’attore.
Walker ha legato la propria carriera a questa serie, iniziata nel 2001 e proseguita fino al settimo capitolo (in lavorazione), nella quale è l’attore più presente non avendo recitato solo nel terzo film ambientato a Tokyo (“The Fast and the Furious: Tokyo Drift”). Anche se nella sua filmografia appaiono diverse altre pellicole, come il thriller “The Skulls: i teschi“, il fantascientifico “Timeline” e la commedia romantica “Un amore sotto l’albero“.
Negli ultimi giorni si è discusso circa il rilascio nelle sale dell’ultimo suo film, “Hours“. La storia narra di un uomo che deve cercare di salvare la vita sua figlia, nata prematura nei giorni immediatamente precedenti all’uragano Katrina. Alcuni hanno giudicato inopportuna la cosa, accusando la produzione di voler lucrare sulla scomparsa dell’attore. Gli accusati hanno risposto che Walker avrebbe voluto che il film fosse rilasciato nelle sale, che ne era molto fiero e che non avrebbe giudicato il tutto una mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Riposa in pace, Paul!