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RIPA, RIPIDO, DUAR; Lettori; Yokopoko; Tommaso

Creato il 22 novembre 2011 da Chinalski

Rìpa
Latino ripa(m).
Sostantivo femminile.
1. (letterario) Sponda, riva erta che fiancheggia un corso d’acqua o cinge un lago: una pegola spessa. / che ‘nviscava la ripa d’ogne parte (Dante).
Uccelli di ripa: nel linguaggio venatorio, i palmipedi o i trampolieri che stazionano lungo la riva del mare o di laghi, di stagni, di fiumi.
2. (letterario) Pendio, dirupo di fossato o burrone: In su l’estremità d’un’alta ripa / che facevan gran pietre rotte in cerchio (Dante).
3. (disusato) Riva, spiaggia di mare.

Rìpido
Derivato di rapido per incrocio con ripa, nel significato di ‘salita’.
Aggettivo.
Che ha molta pendenza, è molto erto: un pendio ripido; strada, scala ripida.

Una (parola) giapponese a Roma

Duar [du'ar]
Dal francese douar ‘accampamento di nomadi’, dall’arabo magrebino duwwar, variante di dawwar.
Sostantivo maschile invariabile.
(etnologia) Villaggio berbero.

I lettori ci scrivono

Ci scrive Joseph per chiederci delucidazioni sul detto "camminare sulle nuvole" o "tra le nuvole". Il vostro redattore di fiducia non ha saputo dargli una risposta precisa, poiché conosce solo i detti "avere la testa tra le nuvole" col significato di essere distratto, vivere fuori dalla realtà, e "cadere dalle nuvole" col significato di rimanere meravigliato. Qualcuno di voi sa aiutare il nostro lettore?

Yokopoko Mayoko

Piero Fabbri ci racconta di avere partecipato a un convegno e avere ascoltato una relazione che trattava di catastrofi annunciate: fine del mondo, terremoti, meteoriti sulla Terra e simili.
Il relatore era Roberto Paura.

Tommaso Feleri! Chi era costui?

Secondo indizio
Poi la storia si trasforma in un processo di formazione, con il solito lungo viaggio nel quale, tra peripezie e avventure, gioie e disgrazie, si forma il carattere degli eroi, dove anche gli errori servono per crescere e per imparare qualcosa della vita. Preoccupante è, durante il lungo percorso di crescita, la capacità dei nostri eroi di infilarsi nei pasticci, di non imparare nulla dagli errori, di ricadere sempre negli stessi vizi, ma alla fine di salvarsi comunque  dalla catastrofe meritata.



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