"[...] Oltre ad essere una battaglia di civiltà [...] che vuol far ripartire le migliori energie del paese e della buona politica, la campagna vuole essere uno strumento diverso, aperto alla partecipazione di tutti, senza colore nè partito. La corruzione [...] influisce sulle vite di ciascuno di noi a tal punto da essere tra le cause più importanti della stessa disoccupazione giovanile.[...]"
Sono queste le parole di Don Luigi Ciotti, utilizzate per spiegare le ragioni fondanti della campagna "Senza Corruzione Riparte il Futuro". Costruire un'Italia nuova può e dovrebbe significare, in primo luogo, liberarsi dai vincoli imposti da fondamenti ed elementi di cattiva amministrazione e/o scarsa competenza: quanto costa, in termini reali, la corruzione nel nostro Paese? Le cifre dipingono un conflitto perenne con tutti quelli che, all'interno di questo Stato, lottano ogni giorno per costruire un'Italia migliore. Al sito della campagna vengono presentati in maniera molto evidente e radicale i "vincoli" imposti da corruzione e/o mancata cultura della legalità:
"[...] un Paese corrotto è un Paese in cui:
- i servizi pubblici sono inefficienti;
- l’innovazione e la ricerca si fermano;
- le imprese oneste sono penalizzate;
- la “furbizia” diventa “indispensabile”;
- la reputazione del Paese peggiora;
- gli investimenti scarseggiano;
- la disoccupazione sale;
- la democrazia e i legami sociali si inquinano nelle logiche del ricatto;
- la criminalità organizzata trova facili strade per penetrare nei mercati. [...]"
"[...] Firmare per metterci in gioco noi e chiedere di mettersi in gioco a chi si è candidato. Creare insieme un nuovo patto: la lotta alla corruzione ha bisogno di graffiare le coscienze degli uni e degli altri in modo chiaro, pulito e trasparente. Un atto di democrazia. [...]"
E' questa la spiegazione promossa dallo stesso Don Ciotti. La costruzione di un "nuovo patto" è una dimensione che va sviluppata imponendo, alla classe politica veterana e/o esordiente alle prossime elezioni, una notevole presa d'atto morale per l'Italia che verrà. Firmare per far sottoscrivere un impegno forte, serio ed al tempo stesso semplice. Il fine della campagna è articolabile, infatti, in una sorta di "agenda" composta da cinque punti tremendamente semplici per uno Stato normalmente degno di essere identificato come tale. In sintesi estrema, ad ogni candidato dovrebbero essere sottoposti i seguenti punti:
- Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”;
- Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti;
- Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato;
- Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale;
- Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari.
"Più siamo a firmare questa petizione, più i candidati dovranno ascoltare le nostre richieste.Firma adesso per un futuro senza corruzione."

Per saperne di più:
www.riparteilfuturo.it