24 febbraio 2013
Anche i giornali hanno sottolineato come di cultura e spettacolo in questa campagna elettorale non se ne è parlato, se non in vaghe e generiche promesse.
La prova del nove la offre l’appello di Federculture ” Ripartire dalla cultura” che ha già raccolto diecimila firme (tra cui ANCI, Upi e Conferenza delle Regioni) e che a differenza dei tanti appelli che abbiamo già firmato e sottoscritto per richiamare attenzione alla cultura e allo spettacolo, è una richiesta di assunzione di responsabilità per i politici. “Noi segnaliamo deci punti non per salvaguardare questa o quella realtà, ma per fare in modo che al cittadino non venga meno l’offerta culturale nei prossimi anni, per far sì che la cultura funzioni, che la scuola funzioni… Dieci punti che sono proposte di riforma che la politica deve mettere in pratica se non si vuole che cultura, spettacolo, musica muoiano in questo paese”, spiega Roberto Grossi, attivissimo Presidente di Federculture.
A questa assunzione di responsabilità per riformare e sostenere il settore della cultura e dello spettacolo (si va dalla richiesta di riforma del Mibac, il ministero di competenza, al diverso rapporto Stato-Regioni in materia, nuove regole per aiutare e promuovere la produttività…) hanno risposto sinora 140 candidati che non è poco; “140 candidati a cui noi andremo a battere cassa, a bussare alle porta, alla Camera e al Senato per chiedere di mantenere gli impegni”, continua Grossi.