Negli ultimi tempi mi è capitato di ripensare al liceo.
Per vari motivi.
Be’, uno a dire la verità è che ripensavo a una mia compagna in particolare, di cui non so più nulla; mi chiedevo che vita farà ora, se ha magari già dei figli, chissà.
Il liceo tutto sommato non è stato un brutto periodo. “Liceo scientifico sperimentale”… dove “sperimentale” stava per “informatica”… ma alla fine… se ne vedeva ben poca, e si finiva per usare le ore in più per fare altre ore di fisica e matematica.
Mi sa che non ve l’ho mai detto, ma rispetto alle materie umanistiche mi sono sempre piaciute di più quelle scientifiche.
E poi niente, ho una passione smisurata per l’informatica, da quando iniziai ad usare all’età della comunione il mitico Commodore 64 (ma di questo in caso vi parlerò un’altra volta).
C’era una materia che mal sopportavo: storia.
Non ho mai sopportato le materie nozionistiche, e in storia non c’è niente da fare, ti devi ricordare una quantità di fatti infinita.
In realtà, non è proprio così.
Voglio dire, anche nell’informatica ti devi ricordare una quantità di nozioni infinita, è solo che non comprendevo l’utilità dello studiare storia.
Perché per me sta tutto lì: se non capisco perché devo fare qualcosa, non riuscirò mai a farla col giusto spirito.
Se tornassi indietro, effettivamente vedrei le cose un po’ diversamente, perché ritengo che comprendere il passato sia utile per capire il presente e costruire più consapevolmente il futuro.
Comunque sì, sono stato sempre più affascinato dalle materie scientifiche, forse perché sono quelle che permettono all’uomo di progredire concretamente, anche se certo non è che quelle umanistiche non siano importanti: basti pensare, che so, a quanto un libro possa cambiarti.
Il mio prof. di storia e filosofia non lo scorderò di sicuro.
Preparato, attivo, anche troppo
Filosofia mi piaceva, e l’ho portata anche alla maturità.
Comunque, dicevo, il mio prof. aveva inventato alcuni metodi potrei dire innovativi – almeno rispetto agli altri prof. – per spronare e insegnare nuove abilità. Cose che ad oggi posso dire mi sono state probabilmente utili nella formazione, ma che erano terribilmente pesanti.
Tralasciando le verifiche sempre a sorpresa , ciò che mi ricorderò forse di più fu il riassunto di un libro di storia in rapporto 1:10. Insomma, avete un libro di 200 pagine? Ok, dovete scriverne 20. Non di più, non di meno.
Riassumere la storia non è per niente facile, soprattutto se quando lo fai hai 16 anni e non hai mai affrontato un compito del genere.
Il libro era uno di approfondimento, tipo, che so, il Medioevo in Toscana.
Riguardo la filosofia, devo dire che ad oggi mi sono scordato parecchie cose.
Tuttavia, concordo con delle parole che ho letto in rete, e cioè che a volte studiare qualcosa non è utile tanto per aumentare il proprio bagaglio culturale, ma soprattutto per acquisire nuove capacità, nuovi tipi di visione.
Non ci avevo mai pensato in modo così netto, prima.
Certo, magari di latino se ne sarebbe potuto fare un po’ meno. Il latino comunque mi piaceva, e infatti andavo bene, al contrario della maggior parte della classe.
Mi chiedo perché il latino mi piacesse. E non ho una risposta. Ci ripenserò.
Non ho mai fatto una di quelle cene-rimpatriata coi miei compagni di scuola dell’epoca, e volete sapere una cosa? Mi sa che è meglio così, tenere quei ricordi così come sono non mi dispiace.