sottofondo: Eddie Vedder – Guaranteed
Stasera sono troppo stanco per andare avanti nella scrittura del nuovo racconto, quindi eccomi qui a tentare di dar vita ad uno di quei post che tanto mi piaceva scrivere nei primi mesi di vita di questo blog. Post spontanei, eravamo solo io e il computer, solo la mia mente e le mie dita, ed il cervello forniva solo quegli elementari stimoli per permettere al mio corpo di scrivere qualcosa; per il resto… be’, forse ve lo ricorderete, erano pensieri in libertà. Come testimoniava il primo sottotitolo di questo blog, prima che si aggiungesse la frase «Esperando un Duende», quando c’era solo quel «Todo para la diversión» a testimoniare che in questo spazio non c’era posto per pensieri raffinati e ingurgitati dall’umano raziocinio per ore e ore, ma solo le prime cose che mi passavano per la testa.
Questo mi è sempre sembrato un buon esercizio, dico quello di riuscire a far ordine in un flusso di pensieri che ha come unico scopo d’esistenza la libertà di vagare dovunque voglia, almeno per quella mezz’oretta di scrittura alla sera (magari con una buona tazza di tè caldo alla vaniglia), e scrivere dell’ordine creato a questo scopo.
Ed ecco che mi si profila davanti l’immagine di quel treno che rappresentava simbolicamente quei viaggi mentali che mi facevo ogni volta che cominciavo a scrivere… quanto tempo sembra essere passato. Ricordo ancora quando scrissi nel mio primo post su Emanuele Secco’s Blog:
«Perché l’immagine del treno: il locomotore è il flusso dei miei pensieri e le rotaie rappresentano il blog. Questo blog sarà una rotaia su cui scorreranno pensieri di ogni genere e le stazioni saranno i vari articoli, spazi che potete commentare dando il via ad una discussione su ciò che le rotaie hanno portato al blog.»
Be’, devo dirvela tutta… gran bella presentazione.
No, vi sbagliate, non sto peccando di immodestia, ma dai ammettiamolo… per essere uno che non sapeva cosa stava facendo (eh sì, questo blog è il prodotto di un momento di follia) non è affatto male. Per uno che non si sarebbe mai aspettato che il suo neonato spazio virtuale sarebbe diventato una delle sue principali occupazioni; per uno che non si aspettava minimamente che con la scrittura delle sue sensazioni ed emozioni avrebbe battuto alla grande il suo blog più vecchio (fino ad abbandonarlo definitivamente o quasi, come mi piace ancora dire) quelle parole sembrano essere semplicemente la botta di culo del novello scrittore, quelle poche righe scritte bene in mezzo a tanta merdaccia. Invece, cari lettori, proprio mentre scrivo questo post con davanti quelle semplici ed innocenti parole, mi rendo conto che quel piccolo paragrafetto è stato forse un segno, una piccola traccia involontaria che la mia passione nascosta mandava in perlustrazione prima di poter finalmente uscire alla luce del sole.
Quanti bei ricordi, senza ovviamente nascondere il fatto che la lacrimuccia di ricorrenza è lì lì per scendere.
Eccolo lì, altro pensiero che mi assilla da tempo: la scrittura di una mia presentazione vera e propria. Mah, forse un giorno troverò la voglia di mettermi lì a scrivere un po’ su di me.
Per ora è tutto, e sono ben contento che il treno continui a viaggiare.
E.