Riprendiamoci la dignità

Creato il 13 febbraio 2011 da Missxd
Oggi si manifesta per la dignità della donna. Dignità che, non è difficile vederlo, sempre più spesso viene calpestata. Lo vediamo nei media, dove il ruolo della figura femminile è nulla più di quello di soprammobile o di decorazione natalizia, messa lì per abbellire la scena senza che dia alla stessa un arricchimento contenutistico. Lo vediamo nella politica, dove gli unici modelli di donna attivista che ci viene propinato è quella dell'ex soubrette che alla fine di una lunga serie di fellatio si ritrova bell'e caldo un careghino in Parlamento. Che idee ha? Chissenefrega, basta che non contraddica mai il capo. Lo vediamo, soprattutto, nella vita quotidiana, dove lo spettacolo pensoso proposto dai media si ripete, pur nel suo piccolo, ed ha per protagoniste donne drogate di Maria de Filippi che vorrebbero fare le veline e/o accaparrare l'uomo ricco che le mantiene a vita.
Non si può lasciare che la donna, finalmente liberata dalla gabbia d'oro dell'angelo del focolare, si ritrovi soggiogata da gente che quando nell'Iperuranio facevano i corsi di dignità per le anime neonate era fuori a fumare, oppure a fare il bunga bunga dietro qualche cespuglio.
Non si può nemmeno permettere, d'altra parte, che ritornino in auge le vecchie catene che relegavano, e a volte lo fanno ancora, le donne nascoste in casa a cucinare ed a badare alla prole, oppresse dal peso di una forma adulterata della parola dignità, quella che rende feccia una donna che rifiuta l'auto castrazione della sua personalità, delle sue idee, di una parte consistente della sua vita affettiva. Che onore c'è in questo? Quanto è diverso tutto ciò da quello delle varie veline? Quali sono le garanzie di libertà in più?
Non si può permettere che nel 2011 la scelta di vita per chi nasce di sesso femminile sia tra moglie e amante, tra schiava e puttana, tra macchina da pugnette e macchina da prole. In un Paese normale essa dovrebbe essere tra la libertà e le catene, e chiunque rifiuta queste ultime dovrebbe essere la norma e non un bersaglio privilegiato per epiteti poco esornativi di tutti i tipi che equiparano il soggetto in questione alle "belle di notte", alle veline e a certi politici, come invece vorrebbero certi sedicenti benpensanti.
La "Rivoluzione della ragazza seria" non sarà fatta con le mie braccia, ma oggi penso che la piazza reclami quell'altra, quella della donna libera, e anche libertina se le pare e piace (e lo fa gratis).
Compagne, cosa aspettiamo a far vedere si cosa siamo capaci?!

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