Si cerca di dare una razionalità allo scatafascio in atto, quasi esistesse un disegno per farci precipitare nel “buco nero” della più totale insensatezza. Che non è, si badi bene, il nonsense di certe storie molto intelligenti e significative. E’ invece il regno della più totale idiozia, dell’ottusità che tutto avvolge e priva di un qualsivoglia intendimento. Sono rimasto folgorato da questo lampo di imbecillità mostrato dalla proposta di tassare cani e gatti per fornire i Comuni delle risorse per combattere il randagismo. L’insensatezza è manifesta e non intendo perderci tempo. Si potrebbe pensare ad una volontà di provocazione da parte di questo governo di tecnici, che, come sempre i tecnici, mostrano la loro totale incapacità di ragionare. Siccome però sono tecnici manovrati da politici (i principali posti all’estero o su qualche non alto colle), proprio per questo ho pensato ad una provocazione. Tuttavia, comincio a pensare che forse li doto di troppa razionalità.
Mi permetto così di riproporre una parte (quasi tutto) un pezzo che avevo scritto su questo stesso blog oltre tre anni fa in una diversa occasione. Rammento solo che la “proposta demente” in questione sembra sia stata formulata in origine da due deputatesse del Pdl, di cui non ricordo il nome; forse bisognerebbe iscriverlo invece in caratteri d’oro affinché rimanesse a monito della stupidità di quest’epoca di infami. Tuttavia, la proposta era stata rilanciata da membri governativi e, sembra, appoggiata da alcuni del Pd. Poi – e di questo, in effetti, mi compiaccio perché sembra una volta tanto contraddire l’obnubilamento di ogni barlume di ragione – c’è stata una levata di scudi bipartisan piuttosto vibrata, e tutto è stato ridotto ad una battuta. Non ci credo, non è stata solo una battuta. Restano, a mio avviso, le due solite ipotesi: o provocazione per saggiare fino a che punto i politici (che si nascondono dietro i tecnici governativi) possono spingersi nel vessare e torturare la popolazione italiana; oppure una totale perdita di intelligenza della realtà da parte di questi politici, che non sanno più che fare dato l’andamento degli eventi. Vedremo.
PETROLINEIDE (scritto nel 2009)
Mi sovviene, subitaneo, il ricordo della bruciante definizione di Ettore Petrolini, che si dice riguardasse Marinetti: “un idiota (o cretino) con lampi di imbecillità”. A dir la verità, la stessa battuta viene spesso attribuita a Marinetti nei confronti di D’Annunzio; comunque poco importa chi ha avuto la bella idea. Resta in ogni caso il suo significato generale: una idiozia come sfondo, con squarci improvvisi (e immagino erratici) di imbecillità.
Qualcuno potrebbe prenderla per una semplice spiritosaggine; invece, come tutti i veri artisti, Petrolini anticipava i tempi e coglieva il carattere degli intellettuali e politici contemporanei (salvo le solite eccezioni, ma ormai di una rarità assoluta, e che comunque quasi mai riescono a “bucare” lo schermo TV): una complessiva idiozia, interrotta qua e là dall’imbecillità. L’idiozia è il mare. No, questo è ondoso. L’idiozia è una palude piatta senza alcuna increspatura. Meglio ancora pensare ad un “buco nero”, la cui attrazione è talmente forte da non far sfuggire alcun “raggio di luce”. L’idiozia è quella che avvolge, a guisa di nebbia, il cervello dei lettori e spettatori, ottundendone e addormentandone l’attenzione; di più, l’intera coscienza. Così ci si appisola, a occhi aperti, e si galleggia in questa materia oscura, gelatinosa e plumbea.
Improvvisamente, partono vividi bagliori, alcuni raggi si liberano dall’attrazione che tutto annulla; essi rompono l’oscurità. E’ l’imbecillità che fa valere la sua energia, in grado di sfuggire al “buco nero”. Il lettore e spettatore sono colpiti, si risvegliano, avvertono che vi è una soluzione di continuità rispetto all’oleosa idiozia. Essi sussultano sorpresi, ammirati, hanno la sensazione che qualcosa di nuovo e di irripetibile si sia prodotto: hanno assistito ad un autentico evento che si produce appunto per lampi, per istanti. Così, assorbono tale evento e lo considerano un’autentica esperienza unica. Hanno vissuto finalmente un momento di quella che si chiama irruzione della novità. L’ottundimento permanente (idiozia) dei loro cervelli è attraversato per un attimo dall’imbecillità che li scuote e rianima; pur se si tratta di un semplice sussulto di vita che verrà subitaneamente riafferrato e ripiombato nella più completa inerzia.
E’ una vera, brevissima, catarsi, la liberazione dai lacci e lacciuoli di una idiozia che li voleva sonnolenti e non pensanti. Adesso, sono momentaneamente svegli, il loro cervello riprende a funzionare per s-ragionare; dal non ragionamento permanente allo s-ragionamento per vividi sprazzi, questa l’esaltante prospettiva che si annuncia. Per qualche secondo, prima che la greve attrazione idiota del “buco nero” li catturi nuovamente, questi cervelli l’hanno vinta “elevandosi” all’imbecillità. La felicità e l’orgoglio di aver s-ragionato, dopo tanto “sonno della ragione”, sono immensi, fanno sentire gli idioti (permanenti)/imbecilli (per flash) simili agli Dei; l’apice dell’essere uomini è stato infine raggiunto. Ovviamente un apice relativo: un apice per quest’epoca di intellettuali fasulli, di ggente di sinistra che si esalta per Obama, di destra che bela cercando di imitare i “supercolti” (appunto: gli idioti con lampi di imbecillità) caratteristici della sinistra.
“Avantindré, avantindré, che bel divertimento”, si cantava una volta, pensando “all’inchino” che la nipotina, “quand’era piccolina”, doveva fare alla “vecchia zia Evelina”. Perché il Pd – e anche la sinistra tutta – non lo fa diventare il proprio inno? E’ perfettamente in carattere con la definizione di Petrolini. Grande quest’ultimo: tre quarti di secolo fa aveva già dipinto un perfetto ritratto dei politici e intellettuali odierni.