Un tribunale dello stato della Florida ha stabilito per la prima volta il diritto di un gruppo di sopravvissuti al naufragio del gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio della Costa Concordia di rivolgersi alla giustizia americana. La causa collettiva, che si articola in due filoni (Denise Abeid-Saba, v. Carnival Corporation e Scimone v. Carnival Corp.) riguarda in tutto 104 passeggeri, era stata avviata presso la Corte dello stato della Florida. La Carnival Corp, citata in giudizio in quanto società controllante della Costa, ha però fatto appello, rivolgendosi ad una Corte Federale, affermando tra l’altro che una causa del genere non compete ad un tribunale distrettuale. Il tribunale della Florida sostiene invece il contrario e ha inoltre sottolineato che il governo italiano non ha preso posizione nel contenzioso e non ha collegamenti con la proprietà o l’utilizzo della nave naufragata.
I 104 passeggeri che hanno avviato la causa, promossa dal Codacons, sono rappresentati dagli studi legali americani Napoli Bern Ripka Shkolnik & Associates LLP e Proner & Proner. Secondo una nota del Codacons, hanno avanzato una richiesta di risarcimento danni record di 2 milioni di dollari a passeggero e oltre 590 milioni di danni punitivi. «Abbiamo vinto una battaglia, la battaglia finale è ancora davanti», ha commentato con l’Ansa Mitchel Proner, uno degli avvocati che gestisce la causa, esprimendo tuttavia viva soddisfazione per la decisione del tribunale della Florida. La giustizia americana, ha sottolineato, «è molto più veloce che in Italia». In Florida, ha detto, «si può arrivare davanti ad una giuria entro il 2014». In questa causa, ha detto ancora, «abbiamo clienti da tutto il mondo. La maggior parte sono italiani, ma diversi altri sono della Florida», e questo ha probabilmente contribuito alla decisione del tribunale.
Fonte: Shippingonline